Quanto influisce Venezia, la città in cui vivi, sulla tua poetica? è la domanda di Giacomelli a Elisabetta di Maggio nell’intevista uscita lo scorso anno su Artribune
“Penso che il luogo in cui si vive sia di ispirazione per ognuno, e questo vale anche per me. Venezia è uno di quei luoghi dove si impara a capire che la vera preziosità risiede nello sguardo sulle cose, che il vero lusso è il tempo, e che tutto questo è gratuito e potenzialmente alla portata di tutti.”
Lavoro di Elisabetta Di Maggio esposto nel 2017 alla Fondazione Querini Stampalia nell’ambito della mostra. “Natura quasi Trasparente” curata da Chiara Bertola in occasione della 57. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.
Elisabetta Di Maggio ripete il rito della vita e del suo diffondersi ineluttabile. Come dice l’artista stessa: “Sul concetto di tempo declinato in tutte le sue forme ho basato la mia ricerca, tanto da far diventare il tempo stesso la vera materia del mio lavoro. La memoria e le sue stratificazioni sono sempre fonte di ispirazione per la nostra esistenza, ci danno delle indicazioni preziose e provocano cortocircuiti mentali da cui nascono le idee…”. Per Di Maggio il gesto manuale è fondativo dell’opera stessa, capace di coniugare insieme la tradizione artigiana che ci è stata tramandata e che ha contribuito a rendere unici i luoghi, con il tempo lungo di realizzazione che per lei diventa una condizione imprescindibile e concettuale. La mostra è avvenuta in collaborazione con T Fondaco dei Tedeschi — DFS e Laura Bulian Gallery.

Dal 6 aprile l’Event Pavilion di T Fondaco dei Tedeschi presenta Greetings from Venice, un’installazione site-specific dell’artista Elisabetta Di Maggio, a cura di Chiara Bertola. Nel cuore di Venezia – torna all’arte contemporanea con un allestimento evocativo e profondo, dove la bellezza suggestiva e ipnotica del lavoro manuale dell’artista si intreccia con spunti di riflessione sul tempo e sulla natura delle relazioni.

Con questo terzo allestimento, il gruppo DFS conferma la sua volontà di far tornare il T Fondaco dei Tedeschi alla sua antica vocazione di luogo in cui convergono e si intrecciano cultura e commercio, tradizioni secolari e contemporaneità, visitatori e visitatrici locali e internazionali.

All’interno dello spazio reinterpretato dall’artista proseguiranno le attività culturali: concerti, incontri letterari, performance di danza contemporanea e videoproiezioni, organizzate in collaborazione con le istituzioni culturali di Venezia.

Aperto gratuitamente al pubblico tutti i giorni, l’Event Pavilion ospiterà l’installazione Greetings from Venice di Elisabetta Di Maggio fino al 25 novembre 2018.

Il Fondaco dei Tedeschi  –  Costruito nel 1222, il Fondaco dei Tedeschi è assegnato dal Senato per la gestione dei “mercati tedeschi”, che all’epoca erano tutti quelli che provenivano d’Oltralpe. Il termine “Fondaco” è tradotto come “magazzino”, “osteria”, “albergo” e proviene da una combinazione di parole arabe, greche e bizantine, testimoniando gli stretti legami tra Venezia e l’Oriente. È un luogo di vita per i mercanti durante la loro permanenza a Venezia e allo stesso tempo un posto sicuro dove tenere le merci acquistate in loco o portate dall’Estero.

Fino al 1797 – anno in cui chiude in seguito alla caduta della Repubblica Serenissima – il Fondaco dei Tedeschi è l’emblema del potere mercantile di Venezia, importante piattaforma di scambi economici e vero e proprio ponte tra culture orientali e occidentali. In seguito, l’edificio ospita uffici di controllo doganale ed è oggetto di un importante lavoro di ristrutturazione per trasformarlo in sede delle Poste (dal 1930 al 2007).  Nel 2008 Benetton acquista l’edificio e ne affida il restauro all’architetto olandese Rem Koolhaas. Nell’ottobre 2016 il Fondaco dei Tedeschi riapre al pubblico come T Fondaco dei Tedeschi, lifestyle department store gestito dal gruppo DFS. Il suo arredamento viene affidato all’architetto Jamie Fobert.

Convinto che il lusso non si limiti a oggetti e prodotti, ma si riferisca anche alla storia e al patrimonio, DFS ha dedicato all’interno del T Fondaco dei Tedeschi un intero spazio ad allestimenti espositivi ed eventi culturali: l’Event Pavilion. Collocato al quarto piano dell’edificio rappresenta, da un punto di vista conservativo, strutturale e architettonico, uno degli interventi più ambiziosi del progetto di ristrutturazione condotto da OMA, lo studio architettonico di Rem Koolhaas.

L’Event Pavilion, grazie al programma culturale che ospita, ambisce a restituire al Fondaco dei Tedeschi il suo ruolo di collegamento e trasmissione. In collaborazione con artisti e istituzioni locali, un fitto calendario di proposte culturali è organizzato all’interno di questo spazio, per invitare i visitatori, sia internazionali che locali, a scoprire o riscoprire la storia, la cultura e lo stile di vita di Venezia.

Con il suo programma culturale, DFS vuole promuovere le eccellenze, le risorse e le tradizioni del territorio grazie all’espressione creativa degli artisti e posizionare il T Fondaco dei Tedeschi come una nuova e originale meta per le arti e la cultura a Venezia.