Pubblichiamo il comunicato stampa di Lucha y Siesta e subito dopo il comunicato con il quale la Casa internazionale delle donne di Roma esprime solidarietà e sostegno:


Comunicato di Lucha y Siesta

Dopo 15 anni di costruzione di un presidio antiviolenza all’avanguardia, di tavoli istituzionali che hanno condotto all’acquisizione da parte della Regione Lazio dello stabile di proprietà ATAC e alla stesura di una convenzione avanzata che riconoscesse formalmente alla comunità l’immenso valore di Lucha y Siesta, si riparte dal via.
Due anni fa infatti, la stessa Regione Lazio sotto la guida Zingaretti aveva dichiarato salva l’esperienza di Lucha y Siesta, aggiudicandosi all’asta l’immobile dell’ATAC in fallimento e mettendo a punto un’opera di ingegneria giuridica innovativa – con una equipe fatta di amministrativi, giuriste, attiviste e esperte in violenza di genere – che, unendo Convenzione di Istanbul, legislazione per il contrasto alla violenza di genere e legislazione sui Beni Comuni, avrebbe finalmente dato un riconoscimento formale, tramite convenzione, a un’esperienza che in quindici anni ha sopperito alle falle del sistema antiviolenza locale e nazionale, sempre insufficienti in termini di accoglienza per donne e minori in fuga dalla violenza, sempre carenti negli interventi di prevenzione alla violenza di genere.
E di nuovo sembra necessario spiegare che svuotare dei corpi – richiedendo la liberazione dell’immobile – e di senso – predisponendone la messa a bando – sia un atto politico inaccettabile, un’azione miope e incompetente, una violenza istituzionale che non siamo disposte a ricevere.
Ma non ci stupisce che la Giunta Rocca pensi di poter cancellare Lucha y Siesta, che porti avanti la politica del “far quadrare i conti” al di sopra delle vite, che promuova paternalismo e assistenzialismo laddove germoglia autonomia e autodeterminazione, che neutralizzi a servizio ciò che è spazio bianco dell’immaginario femminista, l’unico in grado di costruire le risposte adeguate all’inasprirsi di violenza, stupri e discriminazioni. E che lo faccia pensando di non dover neanche interloquire con le realtà che in questa Regione da decenni si occupano di contrasto alla violenza di genere.
Non ci stupisce e allora non stupisca neanche la nostra risposta.
Non cederemo di un millimetro, non ci nasconderemo dietro la burocrazia amministrativa, non ci confonderemo dentro vuoti slogan, non assomiglieremo alle vittime indifese che volete renderci e no, non ci siederemo il prossimo 25 novembre su altre panchine rosse installate per l’occasione.
Continueremo a fare contrasto alla violenza con professionalità, a intrecciare alleanze con passione e a resistere a questo nuovo attacco con la moltiplicazione degli spazi di propagazione della cultura femminista e transfemminista.
Intanto oggi bisogna impedire che questa delibera venga discussa e approvata.
Che sia chiaro, per il prossimo 25 novembre non vogliamo panchine rosse, vogliamo Lucha y Siesta!
E sappiamo che non continueremo da sol3, perché #luchasiamotutt3


Comunicato della Casa internazionale delle donne:

“Mentre si avvicina il 25 novembre, a fronte di 93 femminicidi in 9 mesi, episodi di violenza contro le donne a nord e a sud del paese, tante parole spese dalle diverse istituzioni per fermare una odiosa mattanza, la Regione Lazio intende cancellare, con una delibera di giunta, un`esperienza come quella della Casa delle donne Lucha y Siesta. Mentre la Regione Lazio sotto la guida Zingaretti aveva dichiarato salva l`esperienza di Lucha y Siesta, aggiudicandosi all`asta l`immobile dell`Atac in fallimento e preparando una convenzione che riconosceva il valore sociale dell`esperienza di Lucha, la giunta Rocca compie un atto illogico, inspiegabile, sbagliato. Non un banale atto amministrativo, ma un atto politico, un attacco violento contro Lucha e quello che ha rappresentato in più di 15 anni di esistenza e che continua a rappresentare innanzitutto per tutte le donne che ha accolto, accompagnato, tutelato a fronte del deserto dei servizi, per tutta la rete dei centri antiviolenza, per tutto l`associazionismo che si nutre di pratiche sociali di solidarietà e di partecipazione, soprattutto per tutte le battaglie per far vivere spazi della cultura femminista e transfemminista. La Casa Internazionale delle donne – che proprio insieme a Lucha e a tutti i luoghi delle donne, con la solidarietà della città di Roma, ha vinto la battaglia per avere il comodato gratuito e per il riconoscimento del suo valore sociale – oggi  continua quella stessa battaglia per Lucha ed esprime tutta la propria vicinanza alle attiviste e alle donne che abitano questo luogo prezioso e ineliminabile della città di Roma, chiede alle istituzioni regionali di fermarsi, di aprire un tavolo di confronto, di non far prevalere logiche burocratiche, ma di scegliere sempre il bene comune, la cura delle persone e della vita. Non vogliamo più panchine rosse, vogliamo Lucha!”