Dalla Casa delle donne Lucha Y Siesta la convocazione di un’assemblea pubblica per il 7 novembre, alle ore 18.30 nella Casa internazionale delle donne di Roma (Via della Lungara 19)

La lettera aperta che la rete antiviolenza ha scritto per chiedere il ritiro della costituzione di parte civile di Atac nel processo contro l’associazione Casa delle Donne Lucha y Siesta sta raccogliendo tantissime firme: sono più di 90 ad ora le realtà che hanno aderito.

Nel frattempo, la rete antiviolenza chiama anche un’assemblea pubblica: martedì 7 novembre ti aspettiamo alle 18.30 alla Casa Internazionale delle Donne (via della Lungara 19).

Mentre si avvicina il 25 novembre, a fronte di 93 femminicidi in 9 mesi e continui episodi di violenza contro le donne a nord e a sud del paese, nonostante tante parole spese dalle diverse istituzioni, è Lucha y Siesta che è sotto processo e sta subendo una doppia violenza: da una parte la Regione Lazio di Rocca delibera il suo svuotamento senza appello, dall’altra Atac che è l’azienda del trasporto pubblico del Comune di Roma si costituisce parte civile chiedendo un risarcimento pecuniario stellare.

L’orizzonte delle possibilità sembra oscurarsi del tutto.

L’attacco alla Casa delle Donne Lucha y Siesta è un attacco a tutta la rete antiviolenza, di Roma, del Lazio, di tutto il territorio nazionale, è un attacco a tutti i luoghi delle donne, ma anche a tutto quello che Lucha ha rappresentato e continua a rappresentare non solo per le donne – che per 15 anni ha accolto, accompagnato, tutelato a fronte del deserto dei servizi – ma per tutto ‘associazionismo che si nutre di pratiche sociali di solidarietà e di partecipazione, per tutte le battaglie per far vivere spazi della cultura femminista e transfemminista.

Eppure, la vicenda della Casa Internazionale delle Donne è la dimostrazione che, quando la mobilitazione e la solidarietà del movimento delle donne e di tutte le forze sociali e culturali della città trovano rappresentanza nel coraggio, nella volontà e visione politica, anche le sfide più improbabili diventano possibili. La Casa Internazionale è riuscita a sopravvivere agli attacchi della Giunta Raggi grazie al fatto che le istituzioni, dal Parlamento al governo, attraverso l’impegno dell’allora ministro Gualtieri, sono state in grado di comprendere il valore dell’esperienza delle donne e di rispondere alle necessità.

È quindi proprio dagli spazi fisici e simbolici della Casa Internazionale che convochiamo un’assemblea pubblica a difesa di Lucha come emblema della lotta di tutte le esperienze femministe e transfemministe, oggi più che mai sotto attacco dai venti di destra che soffiano oscurantismo su diritti sociali e civili.

Vogliamo discutere pubblicamente del ritiro immediato della scandalosa costituzione di parte civile da parte di ATAC, ritiro richiesto a gran voce da oltre 90 realtà e centinaia di persone che nelle ultime ore hanno sottoscritto la lettera pubblica per ribadire che la parte civile siamo noi, la comunità solidale che sviluppando insieme e quotidianamente pratiche di cura, ha contribuito alla costruzione del progetto Lucha y Siesta. Un’ampia comunità che è in credito per tutto ciò che ha svolto, ideato, e generato.

L’unica, in tale vicenda, a dover chiedere un risarcimento.

Il 25 novembre non vogliamo panchine rosse, vogliamo Lucha y Siesta.