Paola Barocchi con alcune allieve
Paola Barocchi

Paola Barocchi si è spenta ieri a Firenze, nell’amatissima casa sul Ponte a Santa Trinita dove era nata il 2 aprile del 1927. Con lei, la storia dell’arte perde una delle protagoniste più capaci.  Leggere un’opera d’arte  significa saper vedere tutti i suoi rapporti: ed esser dunque capaci di costruire una «risposta che non involge solo il nesso tra opera e opere, ma tra opera e mondo, socialità, economia, religione, politica e quant’altro occorra. Un modo nuovo di concepire la criticad’arte che, a partire dagli anni cinquanta fece scuola.  La sfida lanciata, con Proposte per una critica d’arte,  da Roberto Longhi era legare la storia figurativa ad una storia della cultura da prendere tutta intera.  Paola Barocchi raccolse la sfida  tenendole testa. lo fece con uno studio titanico.

Il risultato di questo lunghissima vita di lavoro (assiduo e morale come quello degli orafi da cui discendeva) è una interminabile serie di strumenti di ricerca: l’edizione delle vite del Vasari e in particolare quella monumentale della biografia michelangiolesca, le raccolte commentate degli scritti e dei trattati d’arte del Cinquecento, le antologie del novecento italiano, l’edizione delle lettere e dei ricordi di Michelangelo: quel Michelangelo che è stato per lei non solo l’oggetto di studio più amato, ma un modello di rettitudine, e un terribile specchio di temperamento e carattere.

Paola Barocchi fu la prima donna ordinaria alla Scuola Normale di Pisa, della quale fu a lungo vicedirettore. Lì, per decenni, ha formato una impressionante serie di allievi, cresciuti con affettuoso rigore e dedizione totale.

La chiaroveggenza con cui ha saputo (dal 1978, prima in Italia) mettere il potere dell’informatica al servizio della ricerca umanistica, l’impegno civile con cui ha sostenuto la ricerca e la didattica del Museo del Bargello, l’avventura coraggiosa della sua casa editrice (la Spes) restano a dimostrare la sua volontà di coniugare la severità dello studio con l’apertura al mondo, la sua capacità di tenere in tensione il passato, il presente e il futuro.