Su MEDITERRANEA newsletter UDI Catania 14.09.19  

IRAN – MORIRE PER IL DIRITTO DI ANDARE ALLO STADIO

Sahar Khodayari si è data fuoco ed è morta perché in Iran alle donne è negato il diritto di entrare allo stadio per assistere alle partite di calcio maschile della squadra del cuore. La tragedia ha il suo avvio a marzo, quando insieme ad altre ragazze camuffate con abiti maschili Sahar tenta di entrare allo stadio Azadi di Teheran. Viene arrestata e tenuta in carcere qualche giorno, poi liberata in attesa del processo. E proprio a poche ore dal processo, da una probabile condanna a sei mesi di carcere ha deciso di darsi fuoco nella piazza davanti al tribunale. Le ustioni sono state mortali. È deceduta il 6 sett. Una cortina impenetrabile di controllo da parte della polizia e dei servizi impedisce alla famiglia di avere contatti con la stampa. L’unica voce di condanna di questo nuovo atto di repressione ai danni di donne e attivisti dei diritti umani (certamente ricordiamo l’avvocata Nasrin Sotoudeh e la giornalista Marzieh Amiri) è quella della deputata riformista al Parlamento iraniano Parvaneh Salahshouri: “Sahar non è solo la ragazza blu (come l’ha indicata la stampa di tutto il mondo con riferimento ai colori della sua squadra), è una ragazza dell’Iran, dove gli uomini decidono il destino delle donne e possono privarle dei loro elementari diritti umani e dove ci sono donne contro le donne, che li assecondano in questa sfacciata crudeltà. Siamo tutti responsabili della detenzione e della morte di tutte le Sahar del Paese”. La Ministra per le Donne e la Famiglia Massoumeh Ebtekar ha chiesto alle massime autorità del regime di aprire un’inchiesta

Mediterranea a cura carlapecis@tiscali.it