omaggio-a-chantal-akermanA un anno dalla scomparsa di Chantal Akerman, la Casa internazionale rende omaggio a una figura centrale della cinematografia d’avanguardia e femminista, in linea con i tanti eventi europei a lei dedicati in questi ultimi mesi.

La serata è destinata a tutte le persone che conoscono la cineasta e videoartista belga e soprattutto a quelle che ancora non la conoscono. Per questo proietteremo due dei suoi film più significativi: Saute ma ville (Salta, mia città-1968), da lei stessa interpretato, e il lungometraggio ‘Toute une nuit’ (Tutta una notte, 1982), una pellicola di forte impatto emotivo che mette in scena frammenti di vite amorose in una calda notte d’estate a Bruxelles.

Interverranno le studiose e saggiste femministe Maria Nadotti e Paola Di Cori. L’incontro sarà aperto dalla presidente della Casa delle donne Francesca Koch e coordinato da Nadia Pizzuti.

 

Ecco una breve biofilmografia:

Chantal Akerman, nata nel 1950 a Bruxelles in una famiglia di ebrei polacchi, si è tolta la vita il 5 ottobre dell’anno scorso a Parigi, dove risiedeva. Ha vissuto da giovanissima a New York e in seguito si è stabilita a Parigi, pur mantenendo un forte legame con gli Stati Uniti, dove ha girato diversi film. Ha realizzato una cinquantina di film, documentari e videoinstallazioni. Il suo capolavoro è ‘Jeanne Dielman, 23, Quai du Commerce, 1080 Bruxelles’, una pellicola di ben 201 minuti, del 1975. Considerato il manifesto del cinema femminista (anche se Chantal Akerman non si definiva tale), è un film assolutamente innovativo girato quasi in tempo reale che ritrae una casalinga alienata (Delphine Seyrig) alle prese con la ripetitività dei gesti quotidiani e con i clienti a cui offre prestazioni sessuali per mantenere il figlio.

Atri film importanti sono ‘Je, tu, il, elle’ (1971), uno dei primi film lesbici, Les rendez-vous d’Anna (1978), Toute une nuit (1982), Golden Eighties (1986) La Captive (adattamento de La prisionnière di Proust, 2000).

E’ un cinema eclettico, quello di Chantal Akerman, un cinema che combina uno sperimentalismo ispirato ad una certa cinematografia americana con una tensione affettiva e intimista in cui il corpo e il vissuto dell’autrice hanno una assoluta centralità. E centrale è il rapporto con la madre: il suo ultimo film ‘No home movie’, è un faccia-a-faccia sconvolgente con la madre Natalia, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti dove perirono i genitori e morta un anno prima di Chantal. E’ stato presentato al Festival di Locarno un mese prima del suo suicidio, avvenuto nell’ottobre 2015.