Grande è la ricchezza di pratiche e di saperi che esprimiamo e mi piacerebbe non solo che vengano conosciuti e riconosciuti, ma che sappiano trasformare radicalmente il presente di donne e uomini nel nostro Paese e non solo.Sono molto d’accordo con il ragionamento presente nell’articolo di Maria Grazia Campari “[Drammentazione e pratica politica resistente->11356]”. Siamo in verità nella democrazia possibile, con i soggetti che siamo, donne e uomini. Noi donne abbiamo però la responsabilità di pensare e praticare un’altra forma di democrazia che ci comprenda in pieno come genere. Per fare ciò non possiamo non partire che dalla capacità di attuare pratiche democratiche nelle nostre relazioni: questo è un primo ineludibile problema che ci permetterebbe tra l’altro di fare della frammentazione una ricchezza spendibile da tutte.

-Con la {{Convenzione NO MORE!}} proposta dall’Udi abbiamo avviato un tentativo di relazioni orizzontali, nel riconoscimento e nell’ascolto reciproco tra associazioni che pure hanno storie e competenze segnate da differenze. L’adesione alla Convenzione, come abbiamo sempre detto a tutte/i quelle/i che hanno firmato, deve essere considerata una assunzione di responsabilità concreta. Per questo il 9 febbraio alla Casa Internazionale delle donne abbiamo organizzato un incontro con donne candidate in varie liste, che hanno sottoscritto la Convenzione; a loro abbiamo chiesto un impegno, se elette, sul problema della violenza maschile e del femminicidio. In questa occasione si sono felicemente incontrati due desideri: quello di chi ha deciso di impegnarsi nelle istituzioni portando intera la propria soggettività sessuata, e quello di chi intende continuare a fare politica nelle associazioni e si pone l’obiettivo di cambiare anche la politica “generale” nei suoi contenuti e nelle sue forme.

-Costruire {{relazioni forti con le donne delle istituzioni}} è il secondo problema da tenere presente, se vogliamo segnare della nostra vita e dei nostri saperi anche la politica istituzionale. Quando riusciamo a farlo i risultati ci sono.

-Poi c’è {{la questione mai risolta dell’informazione}}, che lascia in ombra o cancella sistematicamente tutto quello che il variegato movimento delle donne fa e dice: questa campagna elettorale ne è l’ennesima testimonianza, dominata senza alcun pudore da corpi e voci maschili. Su questo nodo fondamentale vale la pena di riflettere insieme ed aprire un conflitto duro con i media, determinato ad ottenere una rappresentazione di noi il più possibile corretta e completa che restituisca a tutte/i il senso pieno della realtà in cui siamo immerse/i per poterla cambiare al meglio.

Penso che grande è la ricchezza di pratiche e di saperi che esprimiamo e mi piacerebbe non solo che vengano conosciuti e riconosciuti, ma che sappiano {{trasformare radicalmente il presente di donne e uomini nel nostro Paese e non solo}}.