Ci sono vari modi per offendere, svalutare, mortificare una donna, la sua dignità, il valore di cui è portatrice in quanto soggetto sessuato. Uno dei più subdoli ed efficaci è anche un certo uso del corpo femminile nella pubblicità: messaggi fortemente diseducativi che contribuiscono a riprodurre stereotipi, preparando il terreno per violenze di ogni tipo, fino al femminicidio.
Le immagini hanno un forte e immediato impatto sulle coscienze, specialmente quando per mesi e mesi si impongono allo sguardo anche di chi non vorrebbe o dovrebbe vederli.
_ Noi donne questo lo sappiamo, lo abbiamo sempre saputo e sempre denunciato. Oggi l’uso/abuso del corpo femminile nella pubblicità ha raggiunto livelli di volgarità e violenza che dobbiamo contrastare con mezzi più efficaci e decisivi.

Sono così cominciate le prime denunce nei riguardi di singoli manifesti pubblicitari che hanno ottenuto la rimozione di pubblicità offensive, come è accaduto, per citare una delle più recenti ad opera dell’UDI di Napoli, con il manifesto della [società navale TT Lines->4241] che usava una donna dal seno prosperoso con la dicitura “abbiamo le poppe più belle d’Italia”.
L’esperienza della Staffetta di donne contro la violenza sulle donne, ha ulteriormente messo a fuoco l’entità del problema.

A Settembre il Coordinamento Nazionale dell’UDI ha stilato una “[Moratoria->http://www.udinazionale.org/UDIsetott.htm]” perché le nostre città vengano liberate dalla pubblicità che offende le donne. In particolare si chiede a Comuni, Province, Regioni di dare attuazione alla risoluzione del Parlamento Europeo del 3 settembre 2008, rivolta a tutti gli Stati Membri, su questo tema.
_ Il 25 novembre l’UDI Nazionale ha rilanciato da Brescia, a chiusura della Staffetta, la Campagna “[Cittàliberedallapubblicitàoffensiva->http://www.50e50.it/DOCUMENTI/Comunicati/citta_libere.pdf]”.

Niscemi, luogo simbolo da cui è partita la Staffetta, è il primo Comune italiano che si è dichiarato libero dalla pubblicità lesiva, seguito poi da Caltagirone, Bastiglia (MO), S. Giovanni La Punta, e in questi ultimi giorni, grazie all’ iniziativa delle UDI locali o del Coordinamento Nazionale stesso, anche da Catania, Salerno, Napoli. Altre Città sono in procinto di deliberare, grazie all’impegno delle donne dell’UDI.

Il 6 novembre noi donne delle UDI Romane “Monteverde” e “La Goccia” abbiamo consegnato al Comune di Roma la richiesta affinché garantisca un impegno concreto a contrasto della pubblicità offensiva, nella convinzione che Roma, in quanto Capitale, debba essere in prima linea nel dichiararsi:

ROMA “Città libera dalle pubblicità lesive della dignità delle donne”

L’incontro, da noi richiesto il 6 Novembre e avvenuto il 24 Novembre con autorevoli rappresentanti del Comune di Roma, ci fa sperare in un sollecito e unanime consenso. Una proposta di delibera in merito è già stata depositata a firma della Presidente della Commissione delle elette e altri Consiglieri.