Il 5° Congresso dell’Unione delle donne sahrawi, l’U.N.M.S., apertosi giovedì 5 aprile 2007 alla presenza del Presidente della Repubblica Araba Sahrawi Democratica, Mohamed Abdelaziz, di membri della direzione politica sahrawi e di numerosi invitati stranieri, si è concluso l’8 aprile nella “Scuola del 27 febbraio”. {In questo luogo privilegiato, vero gioiello della realizzazione femminile sahrawi nei campi profughi, eccezionale “laboratorio” delle donne per formazione, accoglienza e apprendimento nella gestione degli accampamenti, si è svolto il Congresso di quest’anno che ha avuto come tema “La donna sahrawi, forza motrice per l’indipendenza e il progresso”.

A pieno titolo è stato rispettato l’argomento del convegno, grazie all’intervento in diretta via internet della sostenitrice dei diritti umani Aminatu Haidar, che da El Ayun, nei Territori Occupati, ha tracciato un fosco quadro della vita quotidiana dei sahrawi sotto l’oppressore marocchino, della loro realtà, dei soprusi subiti.

{{Aminatu}} ha sottolineato come per il suo popolo siano all’ordine del giorno “gli arresti arbitrari, gli imprigionamenti di massa, la tortura cieca e inspiegabile, gli stupri e tante altre pratiche indegne cui i sahrawi sono sottoposti, senza distinzione di sesso e di età, per il solo fatto di aver partecipato a manifestazioni pacifiche inneggianti all’indipendenza del Sahara Occidentale”.

{{Molte le delegazioni invitate}} al congresso che hanno ascoltato con apprensione e sdegno le accorate parole di Aminatu, la quale ancora una volta ha ribadito le violenze che i sahrawi patiscono tutti i giorni nei Territori Occupati, al di là degli oltre 2000 km del muro della vergogna, costruito dal Marocco, e che taglia in due il Sahara Occidentale, separando il suo popolo, come una ferita aperta e sanguinante.

Il Congresso ha riconfermato come Segretaria generale Fatma Mehdi, che è stata eletta dopo ampie consultazioni prolungatesi fino a tarda notte del venerdì, quando l’altra candidata, Mariem Selma Ahmed, è risultata sconfitta.

I lavori di questo congresso hanno visto la partecipazione della rappresentanza dell’Algeria, della Namibia, della Spagna, dell’Italia, del Botswana, del Sudafrica, della Svezia e di Cuba, oltre a tante altre organizzazioni femminili che hanno dato il proprio contributo, sostenendo le donne sahrawi, il loro lavoro, la loro voglia di libertà in terra d’esilio e sotto occupazione.

Nel corso del convegno tutte le delegazioni straniere sono state unanimi nel salutare la donna sahrawi come emblema di coraggio, abnegazione e nonviolenza e nei vari interventi fatti si è affermata ripetutamente la solidarietà con la causa sahrawi ed il rispetto per il diritto del popolo sahrawi all’autodeterminazione.

Il 5° Congresso dell’U.N.M.S. ha chiuso i lavori con un programma d’azione futuro che prevede la partecipazione e l’impegno della donna sahrawi ad un livello sempre più elevato nella vita economica, sociale e politica del paese, con la priorità dell’indipendenza e della libertà.