Fanny Rubio, giunta dalla Spagna a Roma a settembre, segna già il suo primo anno di attività come direttora dell’Instituto Cervantes di Roma con due importanti iniziative nel segno delle donne: Mondi di donne. Rive mediterranee (già svolta il 7 e 8 febbraio) e Intelectuales Republicanas (si svolgerà il 9 marzo prossimo).Due eventi che non vogliono restare, nell’intenzione della direttora del Cervantes, fini a se stessi ma inserirsi in un più ampio quadro di iniziative segnate dalla vivacità culturale e politica delle donne spagnole. E in Spagna – ci dice {{Amelia Valcarcel}}, docente di filosofia che ha svolto la conferenza d’inaugurazione “Rive senza frontiere, frontiere senza rive” – si è passati in tempi ravvicinatissimi dalle chiusure culturali di tipo medioevale da XIII secolo alla realtà viva XX secolo, in una sorta di “orgia”, di esplosione di energia vitale.

Le due giornate di febbraio hanno dato avvio a {{“Voci mediterranee”, una serie di programmi monografici strutturati attorno al tema del Mediterraneo}}, e vogliono collegarsi in anticipo al 10 congresso internazionale interdisciplinare sulle donne Mundo de Mujeres / Women’s world 08 che sarà organizzato dall’Università complutense di Madrid il prossimo anno.

A dirigere le due giornate italiane è stata infatti {{Teresa Langle de Paz}}, coordinatrice generale del congresso del 2008.
_ Anche la varietà culturale delle donne che sono intervenute a Roma ci dà un anticipo di quelli che potranno essere gli apporti a “Mundo de Mujeres”.

Certamente non rappresentavano tutte le realtà delle donne sulle due rive del Mediterraneo – “spazio caotico, spazio armonico” secondo l’immagine data dalla stessa Teresa Lagle de Paz – ma, anche con questi limiti, hanno evidenziato linee di tendenza, convergenze e separazioni, anche frammentarietà, che emergono “di questi tempi, in questi mari” dando vita a due giornate di “piacere intellettuale” – per usare un’espressione di {{Wassyla Tamzali}}, avvocata algerina che vive fra Parigi ed Algeri – per l’intreccio di interventi di taglio storico, filosofico e letterario (che danno il segno di quanto simbolico ci sia ancora da recuperare) o più propriamente di politica femminista.

Ed è proprio Wassyla Tamzali che con più forza e frequenza sottolinea i {{nodi politici da affrontare}}, i fili su cui muoversi:
– la transculturalità versus la multiculturalità,
– l’intollerabile versus la tolleranza,
– il confronto fra cittadine/i versus il dialogo fra civiltà/religioni.

Sottolinea anche la necessità {{approfondire il tema del femminismo islamico}}, la possibilità o meno di iscrivere un percorso di libertà femminile in un ordine simbolico così segnato dal potere maschile. Se, come emerge da alcuni interventi, le immigrate della riva Sud portano con la propria memoria il profumo del nomadismo, quindi di libertà e di speranza verso i nuovi approdi, ma anche la violenza di ciò che hanno lasciato, le donne della riva Nord devono fare i conti con la paura di perdere quanto acquisito, con il razzismo, ma anche con l’arretramento che segna il clima politico di questi tempi. Le une e le altre dovranno confrontarsi con “ciò che accade nel mondo”, con i bisogni e le risorse dei soggetti nella globalizzazione.

Alla fine dell’incontro resta il piacere dei tanti stimoli avuti, ma anche il dispiacere che di queste boccate d’ossigeno non abbiano potuto godere tante altre, ad esempio tutte quelle giovani studentesse universitarie che sempre più si avvicinano a studi di genere.

Boccate d’aria nuova arriveranno anche dal simposio sulle intellettuali repubblicane che si svolgerà il {{9 marzo a Roma}} presso il Teatro dei Dioscuri (via Piacenza 1). Con questo incontro l’Instituto Cervantes vuole rendere omaggio, con il contributo di studiose/i, a {{Federica Montseny}}, {{Margarita Nelken}}, {{Maria Zambrano}}, {{Mercè Rodoreda}}, {{Maria Teresa Leon}} e {{Clara Campoamor}}, primo gruppo di donne intellettuali della storia spagnola.

{{Informazioni}}: Instituto Cervantes, Via di Villa Albani, 14/16, Roma – Piazza Navona, 91-92, 00186 Roma; tel. 06.8537361; cenrom@cervantes.es;