Gentile Ministro Gelmini, in riferimento all’articolo su Repubblica del 5.09.09, “In tre anni taglierò 87.000 cattedre, la scuola è ormai al collasso” e di quello […], sempre su Repubblica “Mi dispiace per i 200 mila precari ma il loro futuro non dipende da me” vorrei puntualizzare quanto segue:sono precaria da ormai 18 anni, e ho superato i 50 anni; per quello che può
valere (a quanto pare meno di zero) ho conseguito una laurea, due
abilitazioni, vinto un concorso ordinario, fatto corsi di formazione, ciò
nonostante {{rientro perfettamente nella tipologia alla quale Lei rivolge
l’invito, senza mezzi termini, di cercarsi un altro lavoro}}, perché nella
scuola “l’ultimo treno è partito con le 25.000 assunzioni” dell’ estate
passata tra l’altro autorizzate dal precedente ministro, Giuseppe Fioroni.

Mi permetto di dubitare circa il fatto che tutta l’opinione pubblica sia con
Lei come continua a dire in varie dichiarazioni alla stampa. “L´opinione
pubblica è con me, la politica irresponsabile del passato ha rubato il
futuro ai giovani della mia generazione, ma sui cittadini italiani del 2020
non si deve scherzare. Il loro destino non può essere oggetto di bassa
speculazione politica”, una politica che continua tuttavia a rubare il
futuro di centinaia di migliaia di lavoratori e famiglie legate al comparto
scuola.

E mi permetta, {{bel modo di preparare il futuro dei nuovi cittadini}},
riducendo le ore di insegnamento e tagliando risorse; il budget del Suo
ministero “viene mangiato dagli stipendi dei docenti” non è che forse
sarebbe necessario investire? Chiedere un budget maggiore? Molti edifici
scolastici sono fatiscenti, ai docenti si chiede di portare avanti progetti,
attivarsi nei corsi di recupero, trovare strategie per evitare la
dispersione scolastica, tutto questo senza nuovi investimenti, anzi
riducendo il personale, a volte si ha come l’impressione che Lei venga da un
altro pianeta.

Dalle sue interviste e dal suo operato di questi ultimi mesi si evince che,
ovviamente, {{nuovamente, il Ministero della Pubblica Istruzione è stato
affidato a qualcuno che sa di scuola solo quello che ricorda dalla sua
esperienza personale}} dietro i banchi o che {{desume dal “sentito dire” o da
quanto legge sui giornali.}}

Ha mai provato a gestire una classe di 31 adolescenti? Ha sperimentato cosa
significa essere assunta e licenziata per anni di fila, essere costretta a
cambiare posto di lavoro, colleghi, alunni ogni anno, per poi sentirsi dire
appunto ” hai perso il treno”, per un soffio, ma l’hai perso?

Lei parla di merito, di valutazione dei docenti e di qualità della scuola.
Niente da eccepire, nessuno di noi teme di essere valutato, del resto lo
siamo ogni giorno, dagli studenti, dalle famiglie e soprattutto dai media
che sembrano fare a gara per dimostrare quanto siamo fannulloni. Ovvio {{solo
le cose negative fanno notizia, così gira il mondo}}!

E’ chiaro che anche {{la qualità della scuola}}, che ogni Ministro promette ad
ogni cambio di governo, si limiterà, come al solito, a belle parole perché
l’unico modo, del resto il più facile, che anche Lei propone per dare
qualità alla scuola si basa sui{{ tagli}}, necessari per migliorare lo stipendio
da lei definito “misero” dei docenti meritevoli (tra i quali ovviamente non
sono contemplati i precari, forse che precario significa anche non
meritevole o non preparato?).

Mi chiedo comunque come possa essere di qualità una scuola che, oltre a
tagliare il numero dei docenti, autorizza classi di 31 alunni (quando spesso
le aule obsolete riescono a contenerne a malapena 22), propone la riduzione
delle ore di lezione e di conseguenza dell’offerta formativa e che, infine,
permette che ogni anno vengano assunte e licenziate migliaia di persone.

Dimenticavo: {{il tutto a vantaggio delle scuole paritarie}} che, oltre ad
incassare notevoli rate dalle famiglie, possono formare classi di pochi
alunni e regalare diplomi.

{{Evviva la scuola di qualità}}!

Di sicuro non credo che i precari si aspettassero davvero di essere immessi
in ruolo tutti in questa tornata di assunzioni ovviamente,{{ precario non è
neppure sinonimo di ingenuo, ma sicuramente non si aspettavano questa sua
“strategia” operativa}}: eliminarli, invitandoli a cercarsi un altro lavoro.
Soprattutto il suo invito tra l’altro era indirizzato proprio ai precari
storici cioè a quelli che hanno anche 50 anni e anche 20 anni di lavoro
nella scuola pubblica. E Lei sicuramente dimostra di non porsi nessun
problema etico o morale, nel dire a persone che lo Stato, che lei
rappresenta, ha “usato” per anni, a suo comodo: “non mi servite più” . E’
vero, afferma di non voler licenziare nessuno, ma solo perché è impossibile
licenziare un dipendente pubblico di ruolo se non per gravi e comprovati
motivi.

E di nuovo {{una strategia innovativa}}: non verranno sostituiti i docenti che
andranno in pensione!

Mi chiedo comunque se Lei abbia già visto con la sfera di cristallo, quanti
ne andranno alle primarie e quanti nelle medie inferiori e superiori, ma
anche se così non fosse, avrà sicuramente studiato in piano di riciclo del
personale, che le permetterà di spostare docenti del primo ciclo sul secondo
e viceversa, sempre nella prospettiva di una scuola di qualità.

Trovo inoltre vergognoso, che un Ministro di una repubblica considerata
democratica, si permetta di dare pubblicamente solo giudizi negativi sui
docenti della scuola che rappresenta la cultura italiana.

E pensare che molti docenti avevano apprezzato l’idea di avere un ministro
“rosa” e soprattutto giovane. Ma come si sa, il rosa e la giovane età da
soli non sono una garanzia soprattutto se guidati e consigliati da qualche
altra figura politica che di scuola ne sa un po’ più di Lei!

Concludo ricordandole che il personale della scuola forse ha votato la Sua
coalizione di governo, o forse no, ma {{l’hanno certamente votata migliaia di
famiglie che hanno creduto, tra le altre cose, nell’illusione di una scuola
migliore}}, per la quale non ci si limitasse, come sempre, a lesinare risorse,
ma, al contrario, si proponessero investimenti degni di un paese del terzo
millennio e non del terzo mondo. Ma visto che “la scuola è al collasso”,
uccidiamola pure, con il beneplacito dell’opinione pubblica, ovviamente.

{ASSOCIAZIONE DOCENTI PRECARI MILANO}