“Dialogo interreligioso” suona bene, come stilema. E’ elegante, colto.
Evoca tolleranza reciproca, convivenza, comprensione, scambio di idee alla pari… Ma le religioni vogliono sempre una vittima da immolare sui loro poco divini e molto mondani altari.

Anche per {dialogare}; anzi, soprattutto per
{dialogar}e, cioè per trattare, contrattare, operare in complicità,
dominare, plagiare concordemente i “fedeli”.

L’islam e il cattolicesimo declinato alla tedesca non hanno alcun dubbio,
ovviamente: la donna, la sua libertà, la sua autonomia, il controllo del
suo corpo, la sua libera scelta, sono le “vittime” storicamente designate
e felicemente adatte alla bisogna.

Per secoli i credenti maschi sono stati compattati dall’odio contro la
femmina; sono stati comprati, blanditi e trattenuti dal clero con
l’immenso, preziosissimo dono della sacralizzazione della violenza
privata, ideologica e domestica contro i corpi e le menti delle deteriori
“costole di Adamo”.

Insistere, ovviamente, necesse! Ora più che mai, perché ne va del “dialogo
interreligioso!”.
E chi vorrebbe essere responsabile di una recrudescenza di azioni
terroristiche e belliche?
_ Non comprendono, le stolte, inferiori figlie di
DIO-PADRE-PADRONE, l’assoluta, stabilizzante necessità di sacrificare il
loro corpo, la loro dignità, la loro libertà in vista della fondazione di
“cieli e terra nuova”?

Come sul corpo stuprato dell’antica matrona Lucrezia, il cui suicidio
“d’onore” determinò la cacciata dei re da Roma, così, ancora, sui nostri
corpi si imbastiscono gli stessi nauseanti e beceri paradigmi
comportamentali, si scrive col nostro sangue lo stesso statutario copione
propagandistico, si stipulano accordi “sacri” in nome della “morale
tradizionale”, cioè delle sharie – conclamate e no – vigenti in tutto il
mondo.

Ratzinger stringe amabilmente la mano ai “professori” di sharia (quale
oltraggio, per la cultura, l’applicazione di una tale denominazione a
teorici della liceità dello stupro, dell’oppressione e della violenza
selvaggia!); i sacri colloqui dei sacri rappresentanti della necessità
della soppressione della dignità femminile sono proficui, molto proficui.

Si preparano nuove congiunte battaglie contro la donna, la tertullianea
“ianua diaboli”, il “sacco di sterco”, secondo la concezione medievale,
che osa sconvolgere le pure menti dei miseri e innocenti uomini,
inducendoli a lordarsi le mani di sangue di continuo, poveri figli
traviati dalla sconcia bellezza di queste puttanacce nate!

C’è da tremare e fremere. Di sdegno. L’accordo tra religioni viene
trovato, verrà trovato, eventualmente, nel segno della “morale
tradizionale”.
_ Il professore di sharia che ha “dialogato” con Ratzinger ha per prima cosa
biasimato l’Occidente per le critiche riservate al papa dalle nazioni
europee dopo le dichiarazioni vaticane sul preservativo e sul suo uso in
Africa.

Il “dialogo” si instaura, dunque – lo si capisce, lo si presente, si può
iniziare a paventarlo! – a partire dal riconoscimento della necessità
dottrinale e disciplinare, per le grandi religioni monoteiste, di
“tutelare” stupro, maternità coatta, femminicidio “paideutico”, di
garantire ad oltranza la marginalità sociale e culturale delle donne,
l’espropriazione violenta del loro corpo, la manipolazione degli uteri, lo
squarto vendicatore e “purificante” della corrotta impotenza maschile
contro il potere generativo, la vita, la bellezza, il respiro del mondo e
della natura MADRE…

Una volta, alla cerimonia di premiazione di un concorso editoriale di
poesia bandito dall’Università di Siena, uno dei vincitori – c’era anche
Sanguineti – si alzò e raggiunse, dinoccolato, il palco dove era seduta la
commissione giudicante.
_ Poi disse ad alta voce, come un profeta, leggendo da un foglietto: “Le
parole fanno schifo. Meglio tu che vomiti e io che ti sostengo. Perché le
parole fanno schifo”.
_ L’applauso stentò a partire, ma quella Verità suprema e dolorosa andava
detta: le parole possono fare davvero schifo, specie quelle poetiche e
quelle “religiose”, quelle che sembrano buone, pacifiche, esorcizzanti,
rassicuranti, e che invece sezionano i cadaveri, piantano vessilli nelle
ferite sanguinanti dei mutilati urlanti, fanno scaturire finta pietà
interessata, successo, potere o denaro dal fango e dall’orrore, dal pus e
dalle setticemie delle donne violate e abbandonate sotto i ferri di
tortura o di chirurghi improvvisati, trasformano in “naturalità” cogente
l’obbrobbrio della volontaristica prevaricazione bestiale…

Dialogo interreligioso sono due parole che “fanno schifo”. Non vi fate
ingannare. Non si facciano ingannare le donne; non se ne lascino
trasportare nelle regioni dell’ottimismo.

Non si dialoga con chi propone libertà di stupro.
_ Non si dialoga con chi
infibula.
_ Non si dialoga con chi impone il velo.
_ Non si dialoga con chi
nega libertà di voto e movimento, partecipazione politica e istruzione a
degli esseri umani.
_ Non si dialoga chi vende le bimbe di 8 anni o le giovinette di 15 a
violentatori-picchiatori benedetti e legalizzati…

Il Cristo raccomandò ai suoi discepoli, mandati come pecore in mezzo ai
lupi, di scuotere la polvere dai loro piedi e di procedere oltre, nel caso
il suo messaggio non fosse stato recepito…
_ Poteva prevedere, il Cristo, che le pecore diventassero lupi e che
s’accordassero con gli altri lupi per sbranare noi povere pecore? Se sì,
perché non lo ha evitato?
_ Se non lo ha evitato finora, possono le pecore
seviziate iniziare a sperare che volga finalmente lo sguardo alle loro
innumerevoli, straziate carcasse, e che cominci a punire i lupi coi
tremendi castighi di cui è capace?