L’onorevole Lalla Trupia, deputata eletta nel collegio di Vicenza – si è autosospesa dal partito dei Ds per coerenza con la sua posizione contro la realizzazione della base; come lei hanno fatto altri responsabili locali di partito attivi nella mobilitazione della città , dove determinante è stato il ruolo delle donne. Dopo le decisioni del Governo italiano di rispondere alle aspettative consolidate del governo degli Stati uniti sulla realizzazione di una nuova base militare Usa a Vicenza autorizzandola, nonché dopo l’ineffabile risultato del dibattito alla Camera dei Deputati, quante/i si sono mobilitate/i contro questa soluzione, lanciano l’appello a partecipare in massa alla manifestazione indetta a Vicenza per il prossimo 17 febbraio.
Di seguito pubblichiamo gli interventi di Elettra Deiana, deputata Prc, e di Luana Zanella, deputata dei Verdi, pronunciati alla Camera dei Deputati nella seduta del 30 gennaio in occasione dello svolgimento di un’informativa urgente del Governo sull’allargamento della base militare statunitense di Vicenza nel quadro dei rapporti del nostro paese con gli Stati Uniti d’America (informativa svolta dal Ministro della difesa, Arturo Parisi); in entrambi si possono leggere i motivi di dissenso rispetto alle decisioni del Governo.

{{{On.le Elettra Deiana}}}

E’ del tutto inadeguata la sua informazione, sia sul piano della trasparenza rispetto a come siano andati effettivamente i fatti e su quali vincoli reali vi siano in questa decisione, sia sul piano della responsabilità politica. Infatti, non si possono liquidare i dissensi e le manifestazioni di Vicenza come qualcosa a latere, qualcosa su cui si può esprimere un giudizio paternalistico.
_ Vorrei anche dire, con molta nettezza che {{non si tratta di un ampliamento della base già esistente, ma di un’altra base}}, allocata a cinque chilometri da Ederle, che entrerà in malefica sinergia con la prima, nelle imprese di guerra degli Stati Uniti d’America. Voglio ricordarle che a Ederle e da Ederle vanno e vengono i ragazzi americani impegnati nella guerra in Iraq, da cui noi ci siamo magnificamente sottratti.
_ {{La scelta doveva e poteva essere diversa}}, a meno che non vi siano rinegoziazioni segrete nel trattato di bilateralizzazione degli accordi tra Stati Uniti ed Italia, protetti dal segreto militare. A meno che non vi sia questo. Tuttavia, questo passaggio non si evince dalla sua informativa.
_ Per molte ragioni la scelta sarebbe dovuta essere diversa, per due in maniera stringente: la prima riguarda il rapporto tra il Governo dell’Unione (il nostro Governo) e le popolazioni di quel territorio; la seconda riguarda la negativa valenza strategica globale che il nuovo insediamento statunitense a Vicenza assumerà nella più generale ricollocazione delle forze militari del Pentagono in Europa. Di che parliamo, altrimenti?
_ Il Presidente del Consiglio dei ministri, ad esempio, poteva risparmiarci l’infelicissima battuta sulla questione urbanistica, così come il ministro Rutelli, recatosi a parlare a settembre con il sindaco di Vicenza, Hullweck, poteva evitare di dichiarare che si tratterebbe soltanto di quattro palazzine in più rispetto a quelle che oggi sorgono nell’attuale area di Ederle e che lui (il ministro Rutelli, Vicepresidente del Consiglio) non vede proprio il pericolo che a Vicenza venga edificata la più grande base statunitense in Europa. Peccato che la pensi assai diversamente il generale James L. Jones, comandante della forza statunitense in Europa nel 2005, che davanti al Senato americano ebbe modo di spiegare in termini assai diversi la valenza strategica che le autorità militari statunitensi lucidamente attribuiscono all’aeroporto Dal Molin.

Voglio dirlo con molta chiarezza: {{un vulnus, con la vostra decisione, èstato inferto al rapporto tra governanti e governati}}, rapporto che nel programma dell’Unione (ci facciamo spesso riferimento perché per noi si tratta di un punto importante per la tenuta di questo Governo e di questa maggioranza) avrebbe dovuto ispirarsi – e si deve ispirare – a criteri, modalità e pratiche di relazione tutto affatto differenti. Noi pensiamo che un punto dirimente e vincolante del programma sia proprio quello che stabilisce chiaramente un nuovo modo di pensare e costruire le relazioni con i territori, che è un modo anche per avviare – e su questo troppo poco si insiste e si dialoga – una nuova idea ed una nuova pratica della politica, capace di farci uscire dall’autoreferenzialità separata ed autistica, dall’amministrativismo senz’anima, che così gravemente segnano la politica prevalente oggi in questo Paese da tutte le parti, purtroppo anche dalla nostra.
_ Si tratta dunque di un punto del programma che noi riteniamo dirimente, ovvero dell’obbligo per il Governo di non scontrarsi con le popolazioni locali quando si tratta di fare scelte che hanno un impatto rilevante su un’area e che vengono percepite negativamente da chi in quel territorio vive, lavora e costruisce un futuro per i propri figli. La sovranità territoriale è un grande apporto dei processi di liberazione ed emancipazione umana che noi rivendichiamo come punto alto e qualificante per una nuova politica della trasformazione, come le molte e straordinarie signore di Vicenza che hanno animato ed animano i comitati per il “No alla base” , perché non vogliono che la propria città – città d’arte dell’Unesco, ricca di inestimabili ricchezze artistiche ed architettoniche, già assediata a pochi chilometri dall’altra base di Ederle – muoia soffocata da una nuova colata di cemento militare quasi nel cuore pulsante della cità .
_ Un gioco di rimpallo delle responsabilità tra sindaco e Governo di Roma è stata la risposta data alla crescente mobilitazione della città, ognuno nascondendosi dietro l’autorizzazione a procedere dell’altro e entrambi accomunati, Governo nazionale e sindaco locale, dalla prevalente preoccupazione di non scontentare l’alleato americano.
Anche lei ha dato prova di questa sovradeterminazione E così, avete proceduto ignorando l’obbligo di ascoltare la gente, confrontarsi, trovare modi incisivi di verifica della opinione di molti (come potrebbe essere e dovrà essere un vero referendum), invece di fare un passo indietro, quando più del 60 per cento della cittadinanza dichiara senza ombra di equivoci che non vuole la base, e quasi l’80 per cento ritiene che sarebbe utile comunque promuovere un referendum consultivo per assumere una decisione.
_ Noi chiediamo un passo indietro, signor ministro, chiediamo che una vera consultazione popolare venga attivata, e comunque dichiariamo che siamo a fianco della mobilitazione della città di Vicenza e, per tutto quello che ci compete, che è nelle nostre possibilità, continueremo a chiedere che il Governo receda dalla infausta decisione di dare l’autorizzazione alle forze militari americane.

{{{On.le Luana Zanella}}}

[Un sistema istituzionale e democratico deve garantire insieme la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e l’effettiva rappresentatività delle istituzioni che prendono le decisioni fondamentali per la vita associata. Il centrodestra nonè riuscito in questo e la partecipazione dei cittadini è stata ridotta negli spazi e nei modi. Crediamo, invece, che {{partecipazione, rappresentanza e governabilità siano valori fondamentali da preservare e garantire}}. Questo si afferma nel nostro programma, questo si afferma nel programma dell’Unione. Egregio ministro, a lei sembra, in tutta onestà, che la lettera e lo spirito del programma siano stati rispettati in tutta la vicenda di Dal Molin? .
_ A lei, in tutta onestà, sembra giusto che per una decisione di questa portata sia sufficiente un ordine del giorno contorto e ambiguo di un consiglio comunale di uno dei comuni interessati? Certo, quello di Vicenza è il più importante, ma non l’unico. Una trasformazione così radicale dell’urbanistica e del territorio si può assumere con un ordine del giorno, quando anche per l’inserimento di un centro commerciale è necessaria una deliberazione, un’istruttoria, con le commissioni competenti e con la partecipazione della gente attraverso i consigli di quartiere?
_ [ {{cos’è successo che ha spinto il Governo e il nostro premier a tradire la lettera e lo spirito del nostro programma}}, che abbiamo sottoscritto e su cui abbiamo chiesto il voto anche ai cittadini e alle cittadine di Vicenza? Sono troppo pochi quei voti, contano di meno i voti del centrosinistra in una città del profondo e laborioso Nord? Contiamo meno noi che là siamo stati eletti e che contribuiamo, non solo con il nostro lavoro istituzionale e il nostro voto, a sostenere il Governo e cerchiamo di rappresentare le istanze della popolazione che ci ha eletti? In Parlamento cerchiamo di dar voce alle ragioni che da mesi e mesi spingono un’intera comunità a ribellarsi contro questa nuova base statunitense – come hanno spiegato i colleghi Venier e Deiana -, un insediamento a ridosso del centro cittadino, a meno di due chilometri dalla Basilica Palladiana.
_ {{A meno di due chilometri dalla Basilica Palladiana}} proponete di inserire una grandissima base militare, un simile insediamento in un’area che è¨ rimasta libera, in piena città, il cui utilizzo è strategico per il futuro della città stessa! I cittadini abbandonati, ignorati e traditi dal proprio sindaco – che per mesi ha tenuto nascosto, complice il Governo del centrodestra, il progetto – si sono attivati, organizzati, hanno cominciato una ricerca indefessa di carte, di elementi e di informazioni -, si sono rivolti a noi e noi li abbiamo aiutati come abbiamo potuto. A nostra volta, ci siamo rivolti al Governo, abbiamo rappresentato il problema, l’impatto ambientale, lo sfacelo urbanistico, lo sfruttamento bestiale di beni comuni (terra, acqua, energia), l’impatto sociale, perfino quello economico e, signor ministro, quello simbolico. {{Vicenza è una città patrimonio dell’umanità tutelata dall’Unesco}}. E’ stata consultata questa importante istituzione? Sono stati effettuati gli studi di impatto ambientale secondo le normative comunitarie, visto che questa iniziativa non è classificata come opera di difesa nazionale e, quindi, si applica la direttiva comunitaria sulla valutazione di impatto ambientale?
_ Noi Verdi abbiamo presentato un’interpellanza su tale questione. La scelta di Dal Molin è stata inserita nel ragionamento complessivo della revisione delle servitù militari, impegno anche questo programmatico? Quando convochiamo la conferenza prevista sul tema? Dopo il raddoppio e a cose fatte? Inoltre, questa scelta come si rapporta con la nuova politica estera del Governo che ha fatto tanto sperare?
Come si coniuga la funzione di questa base con l’articolo 11 della Costituzione, che prevede il ripudio della guerra mentre quella sarà una base inserita all’interno di una strategia di guerra?

Queste, signor ministro, sono le domande che ci rivolgono i cittadini, le donne, gli uomini, le giovani, i giovani di Vicenza e dei comuni limitrofi. {{Il Governo, come abbiamo ormai ripetuto a iosa, ha tratto in inganno i cittadini}}. Questa è la realtà. {{Li ha illusi, promettendo che avrebbero potuto esprimersi}}. Di fatto, c’è stato garantito un metodo che non è stato assolutamente rispettato, quanto meno, il metodo, se non la scelta finale. Noi ci siamo fatti garanti, perché ci abbiamo creduto, e siamo stati sbugiardati, siamo stati delegittimati.
_ Il Presidente Prodi, dalla Romania, ha fatto un errore enorme, ha tagliato corto, senza prendersi la briga di spiegare alla città e a noi parlamentari che la rappresentiamo, le ragioni dell’improvvisa assunzione di decisioni. Oggi abbiamo sentito queste ragioni, ma{{ non può il ritmo del bilancio statunitense essere ciò che determina una scelta così importante}}.
_ Ma è realismo politico questo? è realismo politico distruggere il rapporto di fiducia? è un servizio all’alleanza USA – Italia questo che, gioco forza, fa nascere un sentimento antiamericano in una comunità che, da cinquant’anni, ospita – non lo dimentichiamo – la caserma Ederle, il villaggio americano, due basi sotterranee, un centro autoveicoli, un centro logistico per la gestione delle strutture militari, circa 1 milione 326 mila metri quadrati, che, se si realizza il nuovo intervento, diventerebbero 3 milioni 49 mila metri quadrati? è realismo politico? Noi crediamo di no ed invitiamo il Governo ad avere il coraggio di ritornare sui propri passi. Dalle sue parole, noi abbiamo colto uno spiraglio. Lo ripeto: abbiamo colto uno spiraglio. Cerchiamo di mantenere integra la fiducia della gente e dei nostri elettori e, soprattutto, di essere conformi, aderenti e fedeli al nostro programma.