Posso anticipare che non ci sarà un n. 112. A me dispiace e avrei voluto continuare a fare la rivista, ma concordo sulla decisione. Avrei voluto continuare perché Via Dogana è diventato un punto di riferimento di riflessione e ricerca politica anche per persone che la conoscono da poco e proprio per la sua differenza rispetto ai linguaggi e ai discorsi correnti la trovano preziosa in questi “tempi bui” (così si esprimono alcune; ah no! tempi difficili sì, ma non bui: noi abbiamo sperato di avere acceso una luce duratura). Condivido alcune ragioni di interrompere la pubblicazione, perché non c’è rispondenza tra la rivista e il cambiamento che noi stesse abbiamo contribuito a realizzare. Gli abbonamenti e le vendite che grazie alle nuove sottoscrizioni e vendite dovrebbero aumentare, invece diminuiscono.

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