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Il 2016 è stato l’anno dell’irruzione sulla scena pubblica globale di un nuovo movimento femminista: immense manifestazioni e lo sciopero globale dello scorso 8 marzo hanno attraversato il pianeta e hanno riportato l’attenzione sulla violenza sistemica che ogni giorno si esercita sui corpi e sulle vite di milioni di donne, sulla necessità di ribaltarne le condizioni che la sostengono.

In Italia più di 200mila donne lo scorso 26 novembre hanno fatto “marea” nelle strade di Roma al grido di Non Una Di Meno, hanno incrociato le braccia l’8 marzo, hanno promosso campagne e azioni contro il femminicidio, la violenza domestica, sessuale, istituzionale, economica, mediatica. La mobilitazione si è accompagnata all’elaborazione collettiva di un Piano Femminista Antiviolenza che, nell’arco di cinque assemblee nazionali e nove tavoli tematici, è giunta a compimento in un documento politico che mette al centro l’autodeterminazione e l’autonomia delle donne contro ogni colpevolizzazione e vittimizzazione strumentale, contro ogni forma di discriminazione e ricatto.

La marea continua ad avanzare.

Oggi il nuovo protagonismo delle donne attraversa la società intera per scuoterla alle radici, per metterne in discussione rapporti di potere accettati e consolidati.

Tanta strada è stata percorsa, tanta ancora ce n’è da percorrere.

Lo stiamo osservando nelle ultime settimane con il “caso Weinstein” che diventa il “caso Asia Argento” ma anche con l’attivazione di migliaia di donne in tutto il mondo, celebri e sconosciute, che, a seguito delle denunce pubbliche che hanno colpito Hollywood, hanno deciso di sfidare il pregiudizio e la vergogna e di raccontare le molestie e le violenze subite sul posto di lavoro. Lo spazio di visibilità aperto e messo a disposizione di tutte diventa arma potente e spazio di agibilità politica là dove è normalmente negato e delegittimato. #MeToo – anch’io – è diventato il nome comune del riconoscimento in una identica condizione di vulnerabilità dettata dalla cultura imperante del possesso e dello stupro. È ora che nessuna resti sola: #wetoogether è il nome comune che vogliamo dare alla solidarietà e alla forza collettiva della marea femminista, perché la violenza ha tante forme e riguarda tutte ma siamo unite nel combatterla.

Il prossimo 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, il movimento femminista Non Una di Meno torna in piazza con un corteo nazionale che attraverserà Roma.

Chiediamo alle donne dell’informazione, della cultura e dello spettacolo di scendere in piazza con noi. Chiediamo di partecipare attivamente alla campagna verso la manifestazione nazionale del prossimo 25 novembre a Roma sottoscrivendo questo appello e dando testimonianza pubblica e visibile della vostra adesione (una foto, un mini-video o semplicemente un messaggio su twitter o su facebook) utilizzando le parole “#WeToogether verso il 25 novembre”.

Non Una di Meno, perché nessuna resti sola.