Foto postata sulla pagina Facebook ‘Non una di meno’ attiviste del movimento femminista, vestite da ancelle come i costumi della serie Tv “Handmaid’s Tale”, assistono alla seduta del consiglio comunale durante la quale è stata approvata una mozione che dichiara Verona “città a favore della vita” e finanzia associazioni cattoliche per iniziative contro l’aborto.

Verona città contro l’aborto. Il consiglio comunale ha approvato con 21 voti favorevoli e 6 contrari una mozione sottoscritta anche dal  sindaco Federico Sboarina che dichiara Verona “città a favore della vita” e finanzia associazioni cattoliche per iniziative contro l’aborto. Il testo prevede di inserire nell’assestamento di bilancio finanziamenti ad associazioni e progetti che operano nel territorio, promuovere il progetto regionale “Culla Segreta”.  Bocciata invece la proposta per la sepoltura automatica dei feti abortiti.

Non è la prima volta che il Comune finisce al centro delle polemiche durante l’amministrazione Sboarina. Fino a giugno scorso il vicesindaco era Lorenzo Fontana, oggi ministro della Famiglia, noto per le sue dichiarazioni contro aborto, legge Mancino e gay, nonché amico di un altro chiacchierato consigliere comunale di maggioranza, Andrea Bacciga, che ad agosto presentò una mozione per sostenere l’abrogazione della Mancino contro la discriminazione e l’odio razziale, e già distintosi per aver fatto il saluto romano in aula e per aver regalato alla libreria comunale testi di riferimento per l’estrema destra.

Come in una seduta precedente, al consiglio hanno assistito attiviste del movimento femminista «Non Una di Meno» vestite da ancelle come i costumi della serie Tv «Handmaid’s Tale», che dopo l’approvazione della mozione sono state fatte allontanare dall’aula. «Facciamo presente – afferma una nota del movimento – che la capogruppo del Pd Carla Padovani ha votato a favore della mozione».

Le idee della Padovani nel partito sono note e già fecero discutere in passato. A febbraio scorso, Padovani chiese di essere rimossa da un video promozionale realizzato dal partito per ricordare una serie di “successi” ottenuti dai Governi a guida Renzi e Gentiloni, in vista delle elezioni del 4 marzo. Tra questi c’è anche la legge Cirinnà sulle unioni civili: nel video c’è la testimonianza di due ‘novelli sposi’, non più giovanissimi, che per questa legge hanno potuto regolarizzare la loro unione. La presenza della coppia omosessuale non piacque affatto alla Padovani che chiese pertanto la rimozione della sua figura, arrivando a minacciare diffide. Il segretario del Pd, Maurizio Martina, interpellato da Repubblica ha detto: “Giudico un grave errore il voto della capogruppo”

LE REAZIONI

On Barbara Pollastriniv icepresidente del Partito Democratico. 

”L’approvazione della mozione da parte del consiglio comunale di Verona rappresenta un simbolico e concreto grave passo indietro rispetto a una legge seria e importante come la 194. Purtroppo a favore della proposta leghista si è espressa anche la capogruppo del Pd: io penso che dovrebbe chiedere scusa. Evidentemente non ha la consapevolezza del proprio ruolo di rappresentante del Partito Democratico. La sua scelta è lontana dalla cultura delle donne, dei progressisti e del Pd. La cosa amareggia e preoccupa: è un fatto grave che non deve ripetersi”, così Barbara Pollastrini, vicepresidente del Partito Democratico. 

Alessia Rotta deputata veronese del PD

«Nella notte Verona e le sue cittadine hanno subito uno schiaffo inaccettabile. Il voto del consiglio comunale per dichiarare “Verona città a favore delle vità” ci ha riportato indietro ad anni in cui le donne morivano per le interruzioni di gravidanza e proliferavano gli aborti clandestini. Decisione su aborto schiaffo inaccettabile alle donne. Nella notte Verona e le sue cittadine hanno subito uno schiaffo inaccettabile. La nostra città non deve dare ulteriori prove di essere a favore della vita: Verona è medaglia d’oro della liberazione dal nazifascismo e la vita l’ha difesa e tutelata con il coinvolgimento di tutta la popolazione. L’approvazione nottetempo delle mozioni leghiste, invece la rende un luogo ostile alle donne e carico di ipocrisia. Spiace che anche all’interno del Partito Democratico Veronese ci sia chi, come Carla Padovani, non abbia capito la gravità di quanto la Lega stava cercando di fare, rendendo il corpo delle donne una merce di scambio politico. Una grave responsabilità sia verso le cittadine e i cittadini, sia per non aver informato il gruppo e per non averlo rappresentato, ma abbiamo la consapevolezza che si tratta di una posizione del tutto personale”Gli aiuti effettivi per diminuire gli aborti non arrivano attraverso il finanziamento di associazioni antiabortiste, ma  con strutture adeguate per la piena applicazione della legge 194, con programmi educativi per il controllo delle nascite e della fertilità, con l’implementazione delle case d’accoglienza, con un adeguato supporto per le situazioni di fragilità. In una parola, col welfare.” Lo dichiara la deputata veronese Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico..

On. Giulietta Pini parlamentare dell’Emilia Romagna

La mozione approvata dal Consiglio comunale di Verona sull’ aborto «farebbe già accapponare la pelle così, qualificando anche chi l’ha proposta, ma c’è una cosa a mio parere più grave. La mozione è stata votata anche dalla capogruppo del Pd in consiglio comunale Carla Padovani. Ecco, non userò molte parole: non credo che sia una persona che possa stare nel Pd, “Non conosco i motivi – prosegue Pini – che l’hanno portata a sedere in consiglio comunale rappresentando tutta la comunità del partito, ma non credo sussistano più. Perché per quanto possiamo essere plurali, esistono dei limiti che qualificano anche lo stare in una comunità e credo che lei li abbia allegramente superati”scrive l’on. Giuditta Pini su Facebook.


On. Silvia Benedetti parlamentare di Padova

«Trovo inaccettabile che, dopo quarant’anni dall’approvazione della legge 194 – afferma in una nota la deputata del gruppo Misto-Maie, Silvia Benedetti – sia ancora sotto attacco il diritto all’autodeterminazione e che le donne debbano combattere per difendere ciò che hanno conquistato decenni fa». E aggiunge: «Ancora una volta il corpo della donna viene alienato e trasformato in terreno di scontro ideologico. In questi mesi stiamo assistendo a una vera e propria aggressione ai diritti civili. Penso ad esempio al ddl Pillon, che presenta in modo inquietante contenuti similari, dal punto di vista ideologico, alla mozione veronese e a cui mi opporrò strenuamente in Parlamento. Non possiamo rinunciare alle conquiste degli ultimi decenni come nulla fosse», conclude.