La notizia ha fatto il giro del mondo. Telegiornali e quotidiani ne hanno parlato. Sono giorni e giorni che la Chiesa Cattolica è nell’occhio del ciclone a causa dei preti pedofili. Le prime denunce qualche anno fa hanno impegnato la Chiesa americana che ora sta risarcendo le vittime. Poi lo scorso anno è scoppiato il caso della Chiesa irlandese per mesi e mesi. Ora tocca alla Germania , all’Olanda, al Belgio, all’Austria e alla Svizzera. _Qualche prete italiano, forse influenzato dall’abitudine del Premier, ha scritto (persino sull’Unità) che ci deve essere un complotto contro la Chiesa.

Ma ora ecco la bella notizia: un gruppo che comprende gli ordini e le congregazioni monastiche femminili degli Stati Uniti, ha inviato[ una lettera al Congresso sollecitando l’approvazione della legge sulla sanità pubblica->http://www.chausa.org/Sr._Carol_Column/] voluta da Obama.
_ I giornalisti scrivono che il Presidente, se riuscirà a far approvare la riforma sanitaria, avrà un debito di riconoscenza con le 60 mila suore cattoliche americane.

Ma {{non deve passare inosservato che le suore si sono così poste in contrasto con la Conferenza dei vescovi americani}} che alla riforma si sono strenuamente opposti, in quanto a loro avviso la legge non impedirebbe che fondi federali finiscano per finanziare l’aborto.
_ Le agguerrite suore ribattano che non è vero e che, soprattutto, il decreto è un bel passo avanti a favore di una tutela sanitaria per tutti; cioè anche a vantaggio delle donne incinte. Secondo le suore è questa la vera posizione in favore della vita.

Si sa che {{Papa Ratzinger ha intenzione, da un po’ di tempo, di mettere in riga le suore americane ree di dimostrarsi troppo moderne}}; come dire anche capaci di autonomia e di critica persino nei riguardi della gerarchia.
_ Cosa vista come fumo negli occhi dato che da sempre alle monache è stato riservato un ruolo ancillare, se non di totale subordinazione passiva.

Con il Concilio Vaticano II gli ordini e le congregazioni femminili hanno svecchiato le modalità organizzative e anche, spesso l’abbigliamento smettendo le tonache risalenti all’epoca dei fondatori e delle fondatrici degli ordini più antichi.

In Italia, a dir il vero con meno audacia e inventiva. Ciononostante la crisi delle vocazioni ha investito anche il celibato consacrato femminile.
_ Ci sono congregazioni e ordini che “importano” ragazze dai Paesi di missione dell’Asia, dell’Africa o dell’America Latina.
_ Ripetendo, pari pari, l’esperienza italiana durata fino agli anni sessanta, quando in certe zone e regioni le ragazze delle famiglie numerose e povere andavano a fare le domestiche nelle case dei “signori” o si facevano suore.
_ Mentre i fratellini finivano nei seminari minori.

E’ un pezzo di storia di questo Paese che andrebbe storicamente e antropologicamente percorso. Anche per capire le ragazze che arrivano dai continenti poveri, credendo di avere la vocazione.

La Chiesa ieri come oggi fatica a fare i conti con la realtà umana, continuando un ambivalente rapporto con la sessualità.
_ E’ inevitabile pensare, per esempio, che se il celibato ecclesiastico viene costantemente ribadito e difeso è perché , come scrive Luisa Muraro ([La parità dei sessi è una farsa->http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/03/19/la-parita-dei-sessi-una-farsa.html], La Repubblica, 19.3.010) gli uomini hanno un radicato e forte attaccamento al potere.
_ Ovvero “…l’attaccamento maschile al potere è una questione d’identità.:”. “C’è un bisogno identitario maschile di superiorità. Non più confessabile ma tenace. C’è per le donne la rendita del vittimismo.” .
_ Ebbene, le suore americane sembrano voler uscire con questa sortita dalla “rendita del vittimismo”. Un bell’esempio.

– {Immagine tratta dal sito http://www.huffingtonpost.com}