Tante le donne presenti alla conferenza stampa alla Camera dei Deputati indetta dalle parlamentari e dall’Accordo di azione comune per una democrazia paritaria ma, poche le giornaliste, molte le associazioni. Qui il punto. Giornali, radio e televisioni nell’ultima settimana non hanno aperto le prime pagine sulla democrazia paritaria. Hanno parlato e scritto , in modo ossessivo, di quote rosa. Una banalizzazione insopportabile. Hanno svalorizzato la portata di una richiesta politica- che vuole le donne riconosciute come soggetti attivi di una democrazia compiuta.

I luoghi della politica, gestiti da una fastidiosa incompetenza maschile si sono dichiarati, a maggioranza, contrari ad un dettato costituzionale, nonostante la pressione della stragrande maggioranza delle donne operative negli stessi luoghi.
Un atteggiamento che ha causato la bocciatura alla Camera degli emendamenti sul riequilibrio della rappresentanza e che priverà dello stesso principio anche la legge per le elezioni europee in discussione al Senato come ricordato da {{Monica Cirinnà}}. Atteggiamento che si riproporrà con la stessa virulenza anche al Senato per l’Italicum. Quasi nulle le speranze di un risultato positivo anche se a Palazzo Madama è previsto il voto palese.

Ma nonostante queste prospettive, {{Roberta Agostini }} ha manifestato l’ottimismo della ragione. Il ruolo della donna nella società è cambiato, più del 60% dell’opinione pubblica si dice favorevole alla democrazia paritaria, e dà molta più fiducia alle donne che agli uomini. Quello che non bisogna fare è girare le spalle ad un impegno che dovrà coinvolgere sempre più persone, sempre più uomini.

Bisogna trovare il modo di essere interessanti attraverso iniziative dove i protagonisti e le protagoniste del giornalismo, del cinema, dello spettacolo, della musica, della cultura… prendano posizioni e approfondiscano il problema anche con costituzionalisti. {{La banalizzazione è un boomerang}}.

Alla richiesta di una manifestazione, {{ Francesca Izzo }} di Se Non Ora Quando ha risposto che scendere in piazza per le regole non ha mai portato a grandi risultati.
Sono altre le forme di mobilitazione necessarie a coinvolgere l’opinione pubblica.

{{Daniela Carlà }} ha ricordato che sul Corriere della Sera uscirà una lettera di tutte le associazioni dell’Accordo di Azione Comune sul risultato ottenuto alla Camera.