A Parma si è sperimentata una “pratica nuova”: la democrazia.
Non è stato un passaggio formale, è stato sostanziale, determinante, decisivo, finalmente si è ricominciato a parlare di politica tutti insieme, ciascuno ha potuto dire la propria e la sintesi non ha sacrificato nessuno, anzi, è riuscita ad esaltare la posizione più ragionevole e, in quanto tale “scelta”.
Mi verrebbe da esclamare “quanto è difficile e complessa la democrazia, però quanto è bella”, ti fa respirare un’aria nuova, un’aria fresca, non senti più l’odore di stantio, quella puzza di vecchie liturgie verticistiche attraverso le quali la base stava sempre e comunque ai margini e a scegliere erano sempre gli stessi.

A Parma si è sperimentata una “pratica nuova”: la {democrazia}.
Non è stato un passaggio formale, è stato sostanziale, determinante, decisivo, finalmente si è ricominciato a parlare di politica tutti insieme, ciascuno ha potuto dire la propria e la sintesi non ha sacrificato nessuno, anzi, è riuscita ad esaltare la posizione più ragionevole e, in quanto tale “scelta”.

S’è discusso, dibattuto fino a stancarci tutti, ma non s’è votato finché le tesi da sottoporre al vaglio dell’assemblea non fossero realmente chiare a ciascuno. Solo allora ci si è espressi favorevoli o contrari. Qualcuno ha deciso di astenersi in piena libertà di coscienza.

Siamo partiti dall’organizzazione di A.L.B.A. per arrivare, un passo alla volta, a quello di cui noi di A.L.B.A. ci occuperemo, {{lavoro, bene comune e ambiente.}}

Tenendo conto del fatto che si viene al mondo liberi ed eguali in dignità e diritti, pensiamo che ciascuno debba avere {{un reddito di cittadinanza (o di esistenza),}} crediamo che si debbano trovare insieme le risorse per garantire una vita dignitosa partendo da chi non ce l’ha, da chi non è nato in una famiglia agiata e non ha avuto le stesse possibilità di altri più favoriti, non si può pensare infatti di dividere parti uguali fra diseguali.

Ci siamo detti guardandoci negli occhi che questo sistema capitalistico ha prodotto solo danni, ha esaltato le merci e non il genere umano, ha consentito la sperequazione incoraggiandola a svantaggio di chi a priori partiva senza opportunità alcuna. E’ dunque {{un sistema scoppiato, che non deve essere modificato in qualche sua parte, ma completamente sovvertito}}, spazzato via in nome di una nuova umanità che vede non gli oggetti al centro della vita, non il denaro, non le merci, ma le donne e gli uomini, le loro singole storie di fatica e sudore, le operaie e gli operai, i lavoratori e le lavoratrici, le disoccupate e i disoccupati, le studentesse e gli studenti, i giovani e i vecchi, uniti in un unico percorso che si chiama “vita umana”.

{{Rimettere al centro le donne e gli uomini }} è lo scopo di A.L.B.A., generare futuro attraverso il presente che non deve vederci emarginati dal potere, perchè non deve più essere il potere e le sue declinazioni al centro della società, ma gli strumenti che ciascuno di noi porta con sé, si tratta di strumenti umani, di impegno mentale e fisico per diminuire le diseguaglianze fino ad annullarle. Noi rispettiamo le differenze ma esse non possono esemplificarsi in una forbice che si divarica sempre di più fra ricchi e poveri, donne e uomini, giovani e vecchi, Nord e Sud. In ossequio alle singole caratteristiche, puntiamo a formare una società che vede la speranza nell’uguaglianza e nella solidarietà, che non si lascia assistere ma prende in mano la sua vita per farne una vita degna.

Ci vorrà impegno e dedizione ma sappiamo che è l’unica via d’uscita.
{{L’uso selvaggio e incontrollato delle risorse del territorio}} hanno prodotto povertà per molti e ricchezza per pochi, noi crediamo che vada sovvertita anche questa prassi e immaginiamo di mettere in atto una “decrescita felice e sostenibile” puntando sulle pratiche semplici e artigianali, quelle che non misurano la qualità della merce in base alla distanza, al prezzo sul mercato, ma soffermandosi sempre sull’opera del lavoratore che l’ha prodotta, sulla sua fatica.

Riteniamo che si debba {{ripartire dagli uomini e dalle donne che occupano i territori e li modificano rispettandoli e non violentandoli.}}
Pensiamo altresì che il lavoro da fare sarà complesso, ma è l’unico modo per respingere l’attuale terrorismo capitalistico che ci vede tristi e senza speranza alcuna.

Noi non ci stiamo e non ci abbandoniamo al pessimismo, pensiamo che un’Alba nuova sia appena cominciata.