Una trasmissione volgare e superflua, che ridicolizza, insulta e sfrutta delle donne, pronte ad accapigliarsi l’un l’altra pur di aggiudicarsi l’approvazione di un pubblico maschile. Forse il titolo del programma “Ciao Darwin” indica come ogni speranza di evoluzionismo per la specie “uomo” dovrebbe essere ormai accantonata?L’ilarità del martedì sera va in onda su canale 5 con Paolo Bonolis con “Ciao Darwin”. Una trasmissione che nelle passate settimane ha visto sfidarsi decine di donne divise in due gruppi in base ai criteri più arbitrari, del tipo “{{occidente e oriente}}” “{{pupe e impegnate}}” “{{vergini o rifatte}}”. Stereotipi. Etichette in cui ciascuno dei due gruppi si identifica,consolida il proprio senso d’appartenenza e si scontra contro l’avversario attraverso prove di canto, di coraggio e di intelligenza. Anche se in questo contesto termini come coraggio e intelligenza sono forse eufemismi.

La ciliegina sulla torta la mettono le ballerine/soubrette, a cui vengono fatti primissimi piani alle {{natiche in perizoma}}. Il pubblico, composto da uomini, quasi trogloditi, che davanti alle protagoniste delle sfide, urlano commenti triviali, si leccano le labbra come si fa davanti a un’ottima pietanza culinaria e infine votano chi dovrà vincere la competizione.

Oltre ad insultarsi l’una con l’altra, le sfidanti cercano di accattivarsi la simpatia dei votanti convincendoli della loro {{capacità di intrigare gli uomini e di prendersene cura}}. Il conduttore commenta il tutto con battute che di volta in volta ridicolizzano o esaltano le azioni delle protagoniste, rivolgendosi al pubblico maschile e alla loro carica di “testosterone”.

L’assuefazione a trasmissioni televisive di questo genere è sicuramente preoccupante. Parlare di tv spazzatura è forse troppo poco. “Un programma che vuole solo far ridere”: molte persone commenterebbero così.

Dietro all’intenzione di proporre una trasmissione che faccia audience per la sua comicità, si cela la simulazione televisiva delle plurimillenarie “fosse dei leoni”. {{Le donne nell’arena pronte a farsi scannare davanti a un pubblico di carnefici divertiti}}, che sfogano così le proprie frustrazioni, come al tempo dell’antica Roma. Succedeva poi nel Medioevo con i roghi per le streghe; accade ancora oggi con le lapidazioni o la sfigurazione dei volti di molte donne di altre parti del mondo.