L'attenzione è una forma d'amore, questa la scritta sul muro della classe dove la maestra Gasparro insegna-
L’attenzione è una forma d’amore, questa la scritta sul muro della classe dove la maestra Rosaria Gasparro insegna

Le lettrici e i lettori più attenti di  http://comune-info.net ricorderanno: un anno fa Rosaria Gasparro, maestra elementare che dedica una parte del suo tempo alla scrittura , è stata “vittima” di un apocrifo virale diventato un plagio e che, attraverso ripetuti e maldestri ruba-e-incolla, ha portato ad attribuire a Pier Paolo Pasolini un suo splendido scritto sul valore della sconfitta. La vicenda era stata ben ricostruita da Gianni Marconato in Elogio della sconfitta. Eppure il ministro Graziano Delrio ha concluso il suo intervento alla nota assemblea del Pd dicendo di voler ripartire sul valore della sconfitta citando Pasolini. Ecco la lettera che Rosaria Gasparro ha scritto a Delrio, a proposito di attenzione all’altro come rivoluzione necessaria, come virtù civica, come movimento globale a cui applicarsi con dedizione e cura, come antidoto contro i giochi di potere e di dominazione. “Il vero cambiamento – scrive Rosaria – ci sarà quando irromperanno sulla scena le persone comuni”

 

Lettera di Rosaria Gasparro

Gentile Ministro Graziano Delrio,

Lei ha concluso il suo intervento all’Assemblea del PD dicendo di voler ripartire da un mio pensiero sul valore della sconfitta. Solo che non cita il mio nome, quello di una comune maestra di scuola primaria, che ha avuto modo di riflettere quotidianamente sull’umano fallire e ne ha provato a cogliere il potenziale educativo, per costruire quel “noi” così necessario e fecondo di cui il suo segretario sembra improvvisamente illuminato.

Lei cita Pasolini senza nessuna verifica delle fonti. Sono convinta che non avrebbe considerato quel pensiero se avesse saputo a chi apparteneva. Certo, ci si può sbagliare, si può essere colpevoli di una mancanza di attenzione, quella che Simone Well definiva la forma più rara e più pura di generosità. Ed è proprio dall’attenzione, quell’approfondimento necessario che è poi riconoscimento e rispetto degli altri, che secondo me bisogna ripartire come atto fondativo di una buona politica capace d’indirizzare il suo senso verso le singole persone, quelle ordinarie dal nome comune e dalle esistenze minori, la rivoluzione silenziosa e necessaria per coglierne i bisogni, per distinguere la farsa dei poteri dalla forza dei tanti “nessuno” della storia, per sentirne il richiamo e il dovere etico. L’attenzione come virtù civica, come movimento globale – fisico, mentale, spirituale e politico – a cui applicarsi con dedizione e cura. Una pratica dal basso di giustizia per sé stessi e per gli altri. Un dare e darsi dignità.

Fare esercizio di attenzione significa saper stare nelle cose e nei processi, saper stare vicino alle persone, osservare e capire, un ascolto profondo senza l’apriori del giudizio e della soluzione. Senza fretta, senza pressapochismi, senza finzione. L’attenzione come antidoto contro i giochi di potere e di dominazione. Un rimedio alla superbia e alla falsità. Prestare attenzione ha a che fare con la parresia, con il coraggio di riconoscere il proprio errore e dire la verità. Post-truth (post-verità) è d’altronde il neologismo dell’anno, per dire del falso spacciato per autentico. Il vero cambiamento ci sarà quando irromperanno sulla scena le persone comuni, quando si potranno portare ad esempio, quando si potranno citare come pensiero e come esperienza, in pari dignità con i grandi nomi. Fare attenzione significherà allora dare valore.

Volgere l’animo a qualcosa, questo è il significato etimologico della parola. Quel qualcosa di sicuro non siamo stati noi insegnanti. Nessuno ci ha chiesto scusa per come siamo stati trattati. Non so se inizierà lei a farlo con me. Per disattenzione colpevole.

Cordiali saluti
Rosaria Gasparro