Presentato ad Aosta, il “Primo Rapporto per la lettura di genere nella società valdostana” dalla Consulta regionale per le pari opportunità della Valle d’Aosta, con il patrocinio del Comune di Aosta.

Il Rapporto, promosso dalla Consulta e curato dalla Società “Prospettive Ricerca socio-economica”, attraverso il ricorso a più fonti esistenti e ad una prospettiva differenziale e comparativa fra uomini e donne, si concentra sui principali indicatori relativi al mercato del lavoro, sul tema della conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa, sul modello di welfare in relazione alla fase vitale dell’invecchiamento, sull’apporto del fenomeno immigratorio, sulla salute in un’ottica di diritto di cittadinanza, sulla prevenzione della violenza, sull’associazionismo e infine sulla partecipazione e rappresentanza delle donne nella politica e nelle istituzioni.

Il documento vuole essere presupposto per la costruzione di un sistema regionale di osservazione delle problematiche di genere, necessario ai fini di una mirata operatività della Consulta regionale per le Pari opportunità, come dei diversi organismi di parità presenti nella nostra regione, dell’Amministrazione regionale, dei principali attori locali che indistintamente sono chiamati a tenere conto, nella loro azione, del principio delle pari opportunità come concetto equativo capace di garantire l’esercizio della piena cittadinanza per tutti.

{{Qualche dato contenuto nel Rapporto}}

Negli ultimi anni {{il lavoro è diventato via via più flessibile}} e le donne sono state protagoniste di questo cambiamento: nel 2009 in Valle d’Aosta il 12,2% degli occupati lavorava a part-time, ma la quota di part-time cresce al 23,7% tra le donne e cala al 3,6% tra gli uomini.
_ Analogamente, tra i lavoratori dipendenti, erano {{occupati in modo temporaneo}} il 15% delle donne e il 9% degli uomini.

Per quanto riguarda l’{{andamento dei tassi di attività di uomini e donne per età}}, vediamo che rimane una forte distanza anche nelle età centrali per il lavoro, scandite dalle maternità prima, con una accentuazione del gap tra i 25 e i 34 anni (-18,8 punti percentuali tra attivi maschi e femmine) e dall’esigenza di cura per i genitori anziani, tra i 45 e 54 anni (-21,1 punti percentuali).
_ A questo possiamo aggiungere che un tratto distintivo dell’occupazione in Italia, rispetto all’Europa, sono i bassi tassi di attività degli uomini, ma soprattutto delle donne, delle età giovanili e in quelle che precedono l’età di pensione. In sostanza, sono poche le donne occupate prima dei 24 anni e sono pochissime dopo i 55 anni, ma esiste una fascia ampia di ritiro anche nelle età centrali.

Le ricerche che hanno approfondito le {{motivazioni delle donne che si ritirano dal lavoro}} in occasione della maternità, o per altri problemi di cura di familiari e anziani, mostrano come l’eventuale assenza di servizi accessibili e la difficoltà a rendere flessibili i tempi di lavoro secondo le proprie esigenze siano alla base di molte scelte di ritiro temporaneo dal mercato, che diventa talvolta definitivo, per le difficoltà di rientro.

Le {{donne occupate sono concentrate nel comparto dei servizi}} (oltre 90%). Inoltre, sono molto presenti nelle posizioni impiegatizie e/o di servizio e cura, mentre hanno {{poco spazio nelle aree dirigenziali}}, in particolare nei settori nei quali le carriere sono lasciate a meccanismi discrezionali.

In Valle d’Aosta, le donne sono solo il 4% nell’edilizia e il 21% nell’industria, mentre sono la quasi totalità nei servizi di cura alla persona. Queste differenti collocazioni, per settore di attività, posizione nella scala gerarchica e professionale e per tipo di orario di lavoro hanno un effetto sulle risorse economiche disponibili: tutti gli indicatori economici segnalano che{{ i redditi personali delle donne sono mediamente più bassi e spesso meno stabili di quelli degli uomin}}i, con ricadute sull’assetto delle famiglie e i margini di autonomia delle persone.

La concentrazione settoriale delle donne, che viene definita segregazione occupazionale, non è casuale, ma deriva dall’effetto simultaneo di vari fattori, che iniziano a pesare molto prima dell’ingresso nel mondo del lavoro.

{{Scelte scolastiche dei ragazzi e delle ragazze in Valle d’Aosta}}: esiste un forte orientamento femminile verso gli indirizzi di istruzione finalizzati all’insegnamento, alla cura e all’area artistico espressiva, mentre i maschi prevalgono negli indirizzi tecnici e professionali.
_ Questa specializzazione, che in realtà aprirà ai maschi una gamma più variegata di opportunità professionali, non è specifica della Valle, ma è un tratto comune al contesto nazionale. Peraltro, una forte connotazione di genere si riscontra anche nelle occupazioni che non richiedono un titolo di studio.

– [Leggi il rapporto->http://www.consiglio.regione.vda.it/gestione/news/allegato.asp?pk_allegato_news=11542]