Avanguardie russe: Malevich, Kandinskij, Chagall, Rodchenco, Tatlin e gli altri; un titolo che occulta una presenza femminile che al contrario e per fortuna ha un grande rilievo sia nello spazio espositivo che nel relativo catalogo.
Fino al 2 settembre a Roma nel museo dell’Ara Pacis è possibile visitare la bella mostra sulle avanguardie russe che porta il titolo
“{AVANGUARDIE RUSSE Malevich, Kandinskij, Chagall, Rodchenco, Tatlin e gli altri”,} curata da {{Victoria Zubravskaia}} e col coordinamento scientifico di {{Federica Pirani}}: due donne che avrebbero forse dovuto garantire un titolo più vicino alla verità, evitando di rendersi responsabili di una cancellazione che non restituisce giustizia al loro/nostro genere.

Su 24 artisti presenti con opere che vanno dal cubofuturismo al suprematismo, dall’astrattismo al costruttivismo {{ben 7 sono donne}}, ma nessuna di esse compare nel titolo dove l’espressione “gli altri” fa pensare ovviamente solo ad artisti maschi.

E’ stata invece una entusiasmante sorpresa per me – che di solito sono costretta a lamentare l’assenza di artiste donne nelle mostre sulle avanguardie – trovarmi di fronte alle opere di {{Alexandra Ekster, Natalia Goncharova, T. M. Makarova, Vera Efimovna Pestel, Lubov Popola, Olga Rozanova e Nadezhda Andreevna Udalstova}} che sono state pittrici, grafiche, decoratrici, scenografe teatrali e cinematografiche, pedagoghe, la Rozanova anche poeta, protagoniste di primo piano, in contatto con il mondo artistico di capitali europee come Parigi e Berlino, anche col futurismo italiano, nel grande fervore creativo che caratterizzò la Russia nei primi decenni del ‘900.

Mi fa particolarmente piacere segnalare che la sezione della mostra dedicata all’Astrattismo presenta {{solo opere di donne: Rozanova, Popova e Exster. }} Per questo mi ha colpito molto negativamente un titolo che occulta una presenza femminile che al contrario e per fortuna ha un grande rilievo sia nello spazio espositivo che nel relativo catalogo.

Rosanna Marcodoppido