Dal sito http://mujeres_libres.blog.tiscali.it riprendiamo questo resoconto della assemblea che si è svolta lo scorso 12 gennaio a Roma presso la Casa internazionale delle donne Per la seconda volta, la prima è stata il 24 novembre 2007, i numeri stupiscono sia le organizzatrici che tutte noi scese, o salite, dalle nostre città, verso la capitale.
_ Sabato 12 gennaio 2008, ore 10.00
Assemblea nazionale di bilancio e prospettive post manifestazione del 24 novembre Casa Internazionale delle Donne – via San Francesco di Sales 1A – Roma, 220 donne
firmano la loro partecipazione.
_ La
piccola sala ed il numero delle sedie sono insufficienti a contenerci
tutte e le difficoltà tecniche iniziali legate al microfono, dimostrano
la sorpresa, a fronte di una partecipazione così elevata.
_ Ma tutto ciò non impedisce a nessuna di partecipare attivamente e di avere lo spazio necessario per comunicare.

Un plauso, ancora una volta dopo il 24, alle promotrici, per aver
organizzato e condotto e per la disponibilità all’accoglienza.
_ A
due mesi ormai dalla manifestazione straordinaria che ha visto 150.000
donne manifestare contro la violenza maschile, affermando
antisessismo, antifascismo e antirazzismo e dimostrando una
straordinaria capacità di autoorganizzazione, oltre che volontà di
autodeterminazione, {{ le donne si ritrovano attorno alla
necessità di verificare le impressioni delle singole realtà cittadine}} e
per raccogliere quella spinta all’agire, emersa prima, durante e dopo
la manifestazione del 24 novembre 2007 a Roma.

Gli interventi sono di 5 minuti a testa, tutte rispettano i tempi, parlano tutte quelle che si prenotano per un intervento. C’è attenzione e partecipazione. La mattinata è stata riservata alle riflessioni sulla manifestazione del 24 ed il pomeriggio dedicato alle proposte. Si è
pranzato alla mensa della Casa Internazionale delle Donne.

{{Flavia}} (Roma) apre l’assemblea socializzando con tutte il bilancio fatto a
livello romano della manifestazione e del percorso effettuato per
arrivarci. “E’stata proprio la dinamica autoorganizzativa – dice – della
manifestazione, a condurre a questo confronto”.
_ Confronto per cui tutte noi,
eravamo lì presenti. Il senso dato dal comunicato dell’assemblea romana alla
manifestazione, anticipa un {{nuovo nascente movimento di femministe e
lesbiche}}. Nonostante
la pluralità delle presenze è stata condivisa nella manifestazione
sulla violenza maschile la piattaforma politica che affermava che tale
{{violenza, non era un problema di ordine pubblico e securitario}}. Smascherava
invece, la radice culturale dell’esercizio del potere violento degli
uomini, delle relazioni distorte ed oppressive all’interno della
famiglia, della strumentalizzazione che la politica maschile fa del nostro corpo
(come per la campagna razzista).
_ La {{presenza delle donne Rom}} a quella manifestazione, ha avuto davvero un grosso valore simbolico. Le organizzatrici sottolineano la forte volontà di protagonismo ed a nella giusta e legittima ripresa
del proprio palco, a fine corteo.
_ L’affermazione delle proprie pratiche politiche e la rivendicazione di una titolarità, determinano quell’atto (la ripresa dei palchi) non come volgarmente è stato definito dai media, ma come un atto del tutto spontaneo di ripresa della propria piazza.

Anche {{sul separatismo}}, le organizzatrici che inaugurano l’assemblea, pongono una riflessione generale affermando singolarità di storie e pratiche differenti e sostenendo la stupidità di rischiare che il
neo movimento nascente, si frantumi proprio su un argomento come la
presenza degli uomini.
_ Il confronto ed il dibattito in questione, che nel web-dopo manifestazione ha imperversato per un po’, non verrà granchè trattato dagli interventi delle donne durante la giornata e la paura di una frattura rimane solo un fantasma innocuo “…finalmente qualcuno non
ha parlato, ha dovuto stare zitto. Ma nessuna vieta, che possa ascoltare…”.

I tre punti su cui riflettere sono: {{autorappresentazione}},
{{autodeterminazione}} e {{ferma opposizione all’utilizzo dei corpi e delle
parole di donne e lesbiche}}.

La violenza va considerata sotto tutti i suoi aspetti: fisica (domestica, interna alla famiglia), psicologica, economica, dei mass media, politica ed istituzionale, la violenza dell’immagine della donna come oggetto di consumo.

Le organizzatrici si interrogano, nel loro discorso iniziale, sugli
{{strumenti necessari per procedere}} ed individuano un piano di
valorizzazione interno ed uno esterno, proponendo una {{due giorni
nazionale con tavoli di approfondimento}} su specifiche tematiche
necessarie alla creazione di un terreno comune e condiviso, necessarie
alla nascita del nuovo movimento.

Per una visibilità esterna si propone un{{ otto marzo
continuativo nei contenuti del 24 novembre}}. La decisione finale è difficile.
_ Si deciderà per un {{otto marzo territoriale con azioni coordinate}} e per la due giorni del 23 e 24 febbraio, identificata come priorità
nazionale per dare radici ed humus

Si
afferma durante tutta la giornata la rabbia e la frustrazione di dover
avere l’agenda programmata da esseri come Ferrara e la necessità di
dare al nuovo movimento nascente, un{{ taglio di attacco e non di
difesa}}.
_ Viene decisa come forma di comunicazione principale, una mailing list. L’assemblea rileva la {{presenza di un solo
centro antiviolenza}}, il Centro Donna Lisa (Roma).
_ Si prende atto essere il centenario
della Festa della Donna, 8 marzo.