“E’ ora di aprire le porte: donne al potere nel lavoro, nella economia, nella pubblica amministrazione.
Un valore aggiunto”. Con questa premessa allettante, a Roma il 7 giugno a Palazzo Marini, Noi rete donne ha promosso un breve e opportuno incontro.Due i temi sviluppati:

-la necessità del sostegno al disegno di legge “Disposizioni in materia di pari opportunità nell`accesso agli organi elettivi degli enti locali” presentato dalla ministra per le Pari opportunità, Mara Carfagna;
-l’esame della reale condizione delle donne nel lavoro manageriale, pubblico e privato, attraverso testimonianze, dati.

{{Marisa Rodano}}, introducendo i lavori, ricorda che il gruppo informale di cui fa parte, [Noi rete donne->https://www.womenews.net/spip3/ecrire/?exec=articles&id_article=8693], attento a qualsiasi occasione di promozione delle donne, visti i buoni risultati ottenuti dalla legge n 4/2009 della regione Campania che ha introdotto la la doppia preferenza, incrementando la presenza di donne elette dal 3% al 23%, ha promosso iniziative per estendere a tutte le regioni la stessa legge. Fondamentale è stato nell’aprile del 2010 l’appello su cui sono state raccolte molte firme.
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APPELLO AI MINISTRI DELLE PARI OPPORTUNITA’, DEGLI AFFARI REGIONALI E AL PRESIDENTE DELLA CONFERENZA STATO REGIONI

Noi donne delle istituzioni, delle associazioni femminili, dei partiti, dei sindacati, della società civile, convinte della necessità che nella vita politica – di cui tutti avvertono il degrado e la crisi – debbano essere valorizzate innanzitutto le competenze, le professionalità e i talenti delle donne, ci permettiamo di richiamare l’attenzione della Ministra delle pari opportunità, del Ministro degli Affari regionali, del Presidente della Conferenza Stato-Regioni sul grande supporto fornito dalla Sentenza della Corte Costituzionale n. 4 del 2010 al principio della democrazia paritaria, (cioè delle pari opportunità nell’accesso alle cariche elettive di uomini e donne) con il riconoscimento della legittimità costituzionale della legge elettorale della Regione Campania laddove promuove nell’espressione del voto la doppia preferenza, purchè diversa per sesso.
_ Essendo tuttora aperto il dibattito sulla presenza ancora inadeguata delle donne nelle istituzioni, ci pare infatti opportuno valorizzare la novità di una tale norma.
_ Chiediamo pertanto l’adozione da parte della Conferenza Stato Regioni di un provvedimento di indirizzo che promuova l’inserimento di norme analoghe nei rispettivi sistemi elettorali da parte delle Regioni in ottemperanza all’articolo 117 della Costituzione. Chiediamo anche ai Presidenti delle regioni e ai consiglieri di adoperarsi affinché le leggi elettorali regionali vengano adeguate alla Sentenza della Corte Costituzionale]]
In seguito al dibatto suscitato, il 7 aprile2011 c’è stato il via libera dal Consiglio dei ministri al disegno di legge presentato dalla ministra per le Pari opportunità Mara Carfagna sulle ”Disposizioni in materia di pari opportunità nell’accesso agli organi elettivi ed al lavoro nelle amministrazioni pubbliche”.
Il provvedimento introduce la cosiddetta ”doppia preferenza di genere” per le elezioni Comunali, dove si possono esprimere due preferenze – e non soltanto una – nel caso si decida di votare una donna oltre ad un uomo. Tra le altre novità del disegno di legge c’è l’obbligo per le amministrazioni di dare adeguata rappresentanza alle donne nelle giunte. Bisogna però fare attenzione, il suo iter non è ancora concluso!

{{Livia Turco}} apprezza l’ iniziativa ma aggiunge che il tipo di assetto democratico non è indifferente per il potere delle donne e bisogna ricostruirlo.

Ciò è ben evidenziato dagli interventi seguenti, attenti al mancato utilizzo delle donne nel mondo imprenditoriale, privato e pubblico, come perdita di prezioso capitale umano. Eppure, dice l’imprenditrice {{Gianna Martinengo}}, Coordinatrice dei comitati per la promozione dell’Imprenditoria Femminile della Lombardia e Presidente del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Milano, è statisticamente comprovato che oggi siamo di fronte alla forza nuova delle competenze deboli applicate al mondo della politica delle aziende.

Le donne su queste sono forti : capacità di creare e mantenere relazioni, di mediazione, di pensiero a rete, di riflettere e assimilare, di inventare futuro….Si chiede “Perchè abbiamo ancora una cittadinanza imperfetta, limitata?” Non bastano le leggi . Dobbiamo investire su noi stesse: prima di tutto autostima, poi sostegno pubblico e privato da parte delle aziende, con possibilità di concertazione.

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Marcella Mallen}}, presidente di Manageritalia Roma, sottolinea che da un’analisi delle donne del terziario risulta che vita privata e professione vanno poco d’ accordo: il 79,5% non ha figli, mentre il 12,5% ne ha uno solo e solo il 7, 46% ne ha due. La stessa legge le ha discriminate perché solo nel 2006, e su iniziativa dei gruppi di donne manager delle associazioni territoriali di Manageritalia, la Commissione lavoro della Camera dei Deputati ha approvato una legge che migliora la disciplina della maternità delle donne dirigenti.
Per anni infatti è stata l’unica categoria di lavoratrici dipendenti per le quali l’evento della maternità dal punto di vista economico pesava interamente sulle aziende e non sull’INPS, come per le altre categorie di lavoratrici.