Rilanciare la mobilitazione, costruendo Comitati di donne nei quartieri più a
rischio di Taranto, rivolgendo la lotta contro i veri responsabili dell’attacco alla nostra
salute: Riva, l’Eni, e le amministrazioni locali e nazionali che sono
complici e che in questa campagna elettorale pensano a tutt’altroOggi dalle emittenti televisive abbiamo ascoltato gravissime dichiarazioni
del Sindaco di Taranto, Stefano, a proposito della denuncia fatta giorni
fa dall’Associazione Bambini contro l’inquinamento e qualche tempo prima da Peacelink sulla presenza di diossina nel latte materno.
_ Invece di sentire dal sindaco Stefano, tra l’altro medico pediatra in
passato e quindi ben a conoscenza dei gravissimi rischi della diossina
soprattutto per i bambini, un pronto impegno ad intervenire come Comune
con urgenti provvedimenti verso l’Ilva responsabile della emissione di
diossina, per la bonifica ambientale, dei terreni, ecc., abbiamo dovuto ascoltare
pietose minimizzazioni, del tipo “ma si sa che un po’ di diossina c’è
sempre stata”, che non solo confermano la presenza della diossina, ma la
vogliono rendere anche “normale”, fino a sentire che per un bambino “può essere
più pericoloso per la sua salute non bere latte materno che bere latte con un
pò disiossina”.

Ma siamo alla pazzia!? Dobbiamo ormai accettare come
“normale” che l’unica alternativa per i nostri figli è come ammalarsi!? Così anche
la diossina la dobbiamo far rientrare nelle note caratteristiche di Taranto,
dopo l’inquinamento dei quartieri, della terra, delle acque di Taranto,
dopo i disastri ambientali portati avanti dal modo di produzione dell’Ilva e
delle grandi aziende a Taranto, preoccupate solo di fare profitti e di
tagliare i costi per la sicurezza e l’ambiente, che ha già portato ai
record nazionali di neoplasie, di bambini che nascono già indeboliti o malati!?

Ieri nella sede dello slai cobas, una lavoratrice con un bambino piccolo
in allattamento, che abita ai Tamburi e che, quindi, già respira lei e i suoi
figli tutte le polveri che emette l’Ilva, era angosciata da questo nuovo
pericolo, come tante altre donne; mentre le istituzioni, che per altre
ragioni, si dicono a favore della maternità, per la difesa della vita,
criticano chi “esagera” nella denuncia e chi farebbe solo
dell’“allarmismo”!

E’ altrettanto grave che il Sindaco Stefano, che prima della sua elezione
aveva fatto dichiarazioni che promettevano un altro rapporto tra
amministrazione e Riva, grandi aziende, oggi, come altri in passato,
diventa di fatto un difensore di Riva.

Noi pensiamo che, dopo la manifestazione del 29 marzo, dobbiamo rilanciare
la mobilitazione, costruendo {{Comitati di donne}} nei quartieri più a
rischio,rivolgendo la lotta contro i veri responsabili dell’attacco alla nostra
salute: Riva, l’Eni, e le amministrazioni locali e nazionali che sono
complici e che in questa campagna elettorale pensano a tutt’altro.