Il mese di Febbraio 2012 sarà caratterizzato dalle azioni della campagna che
culmineranno con una manifestazione a Roma di “consegna delle firme” al GovernoDal 7 febbraio associazioni e gruppi locali si attiveranno a sostegno della campagna
“Taglia le ali alle armi” promossa da Sbilanciamoci!, Tavola della Pace e Rete
Italiana per il Disarmo con il sostegno di Unimondo, GrilloNews e Science for Peace
per chiedere al nostro Governo di non procedere all’acquisto di 131 caccia
bombardieri Joint Strike Fighter F-35.

La data di inizio di questa nuova fase della campagna, che è attiva del 2009 e già
ha raccolto oltre 45.000 adesioni, non è scelta a caso: “In quello stesso giorno
nel 2007 il sottosegretario Forcieri firmava l’accordo per la partecipazione alla
seconda fase del programma – sottolinea Francesco Vignarca coordinatore di Rete
Disarmo – in cui si mettevano le basi anche per il successivo acquisto. Ma senza
prevedere, come recentemente è stato dimostrato, alcuna penale prima della firma di
un nuovo contratto: qualcosa che non è mai avvenuto e che ci permetterebbe ancora
un dietro-front”.

Proprio quanto chiedono le realtà promotrici della campagna, che sottolineano gli
enormi costi che avrebbe per il nostro paese una tale decisione (almeno 15 miliardi
per l’acquisto e circa il triplo considerando anche il successivo mantenimento) in
una fase di crisi economica che impone grossi sacrifici a tutti gli italiani.

“In un momento di grave crisi per tutto il Paese troviamo fuori luogo che il
Ministro-Ammiraglio Di Paola nei suoi monologhi televisivi continui imperterrito a
difendere l’F-35, promettendo al massimo qualche sforbiciata – precisa a riguardo
Massimo Paolicelli della Rete Italiana per il Disarmo – Parlare di un programma di
elevato valore operativo, tecnologico e industriale vuol dire non tenere in
considerazione i rilievi negativi dello stesso Pentagono ed i ripensamenti di molti
paesi partner nel progetto”. Sono infatti diverse che denunciano il continuo
lievitare dei costi a causa dei tempi di sviluppo e produzione che si allungano per
mettere mano ai forti deficit qualitativi dell’aereo. Chi oggi dovesse firmare il
contratto per l’acquisto dell’F-35 si assume la forte responsabilità di gettare al
vento ingenti somme di denaro pubblico. “Che motivo abbiamo per farlo? Per la
velleità di alcuni Generali di spacciare l’Italia per media potenza militare
industriale, violando palesemente il dettato della nostra Costituzione”, conclude
Paolicelli.
La campagna “Taglia le ali alle armi” è disponibile in qualunque sede ad un
confronto con il Ministro Di Paola e i funzionari del Ministero della Difesa sui
dati e sulle prospettive del programma F-35.

Gli stessi soldi stanziati per i caccia potrebbero essere impiegati in mille altri
modi più utili sia economicamente che socialmente. “Con i 15 miliardi da spendere
per gli F-35 potremmo costruire 45mila asili nido pubblici, creando oltre 200mila
posti di lavoro – sottolinea Giulio Marcon, portavoce di Sbilanciamoci! – oppure
mettere in sicurezza le oltre 13mila scuole italiane che non rispettano le norme
antisismiche e quelle antincendio”; anche in questo caso il risultato sarebbe
positivo anche sul fronte economico con nuove opportunità per moltissime imprese e
decine di migliaia di posti di lavoro creati.

Le giornate di sostegno alla campagna (che si annunciano numerose e creative)
culmineranno poi nella data del 25 febbraio, scelta come giornata delle “100 piazze
d’Italia contro i caccia F-35”.

“Il primo obiettivo di questa nuova mobilitazione è spingere il Parlamento e ogni
singolo parlamentare a discutere in modo aperto e trasparente sugli F-35. L’appello
lanciato dalla Marcia Perugia-Assisi dello scorso 25 settembre non deve cadere nel
vuoto – ricorda Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace – Il
Parlamento deve impedire innanzitutto che si crei il fatto compiuto. L’Italia non
può permettersi oggi di impegnare ulteriori 15 miliardi di euro, oltre ai quasi 3
già spesi, per l’acquisto e il mantenimento di questi bombardieri, senza che ci sia
un chiaro e onesto dibattito pubblico sulle esigenze e le priorità a cui dobbiamo
rispondere”.

In maniera simbolica l’avvio della mobilitazione è stato dato nel fine settimana a
Verona, dal palco che ha ospitato la festa per il 50° anniversario del Movimento
Nonviolento. “La costruzione di un avvenire di nonviolenza parte anche da scelte
concrete di disarmo e riduzione delle spese militari – sottolinea Mao Valpiana
presidente dell’associazione fondata da Aldo Capitini – ed è quindi naturale che
chi lavora quotidianamente in questa prospettiva di costruzione della pace sia tra i
primi a muoversi contro questo mastodontico progetto d’armamento costosissimo,
contrario allo spirito della nostra Costituzione e forse anche inutile
militarmente”.

L’invito che la campagna lancia a tutti i gruppi locali impegnati su questi temi è
quindi quello di organizzare momenti di informazione e raccolta firme, cercando
anche di coinvolgere gli Enti Locali nell’approvazione di una mozione di sostegno
alla mobilitazione.

Roma, 24 gennaio 2012

Tutte le informazioni sulla campagna si possono trovare sui siti delle
organizzazioni promotrici:

www.perlapace.it (Tavola della Pace) – www.sbilanciamoci.org (Campagna
Sbilanciamoci!) – www.disarmo.org (Rete Italiana per il Disarmo)

La petizione online (con i dettagli per la raccolta di firme cartacee) è invece
raggiungibile all’indirizzo www.disarmo.org/nof35