Riprendiamo da “Aprileonline” questa nota sulle nuove linee guida, predisposte dal ministro Turco, alla legge sulla procreazione medicalmente assistita; Ida Rotano ne parla con Maura Cossutta, consigliere del ministro per la Salute delle donne.
{{Tre sono le novità}} contenute nelle nuove linee guida della legge 40 sulla procreazione assistita che arrivano dal ministero della Salute targato ancora Livia Turco: la possibilità di ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita viene estesa anche alle coppie in cui l’uomo è affetto da malattie virali quali Hiv ed epatite b e c, ovvero alla “infertilità di fatto”; viene previsto un sostegno psicologico alla coppia nei centri di fertilità; infine – e qui sta il punto critico – viene abolita la precedente limitazione fissata dalle linee guida del 2004 firmate Storace, che prevedeva la diagnosi preimpianto solo a scopo osservazionale.

Le linee guida della Turco, che {{non toccano direttamente la legge}}, bensì le precedenti linee guida, sono “un atto dovuto in coerenza con il dispositivo della legge”, perchè come già la magistratura e in particolare il Tar Lazio nel 2007, avevano specificato che il limite previsto per le indagini preimpianto non era compatibile con la stessa legge.

{{Insorge il Pdl}}, che parla di “inopportunità e di sgarbo politico” a fronte del fatto che il ministro “è formalmente in carica solo per pochi giorni”; stessa musica dal {{presidente del Movimento per la vita}}, Carlo Casini che parla di “evidente intenzione di condizionare il giudizio e la decisione del futuro ministro”. Accuse respinta al mittente da {{Maura Cossutta, consigliere del ministro della Salute Livia Turco per la Salute delle donne e da quest’ultima incaricata di rivedere le linee guida sulla fecondazione artificiale}}: “Livia Turco ha dovuto attendere il parere previsto dalla legge del Consiglio superiore della sanità. Parere pervenuto al ministero lo scorso 10 aprile e le nuove linee guida sono state redatte e presentate il giorno dopo, l’11 aprile, per essere poi pubblicate in Gazzetta ufficiale solo oggi, il 30 aprile ” – spiega Cossutta. Date che chiudono la porta a qualsiasi illazione di aver preferito temporeggiare in attesa del voto del 13 e 14 aprile scorso. “Se il Pd ha perso e con lui anche Rutelli – spiega Maura Cossutta – non è stato certo per un eccessiva attenzione ai temi etici, come d’altronde ha dimostrato anche il flop totale della lista di Giuliano Ferrara”.

Con le nuove linee guida – prosegue Maura Cossutta ” si può {{finalmente fare la diagnosi pre-impianto anche per le eventuali malattie genetiche}} che altrimenti sarebbero trasferite al nascituro e, di conseguenza la donna potrà decidere di non farsi impiantare l’embrione malato”. La legge prevedeva che, durante la gravidanza, la donna avrebbe potuto fare la amiocentesi e, quindi interrompere la gravidanza. Dunque, il primo risultato che abbiamo raggiunto è quello di {{limitare, in futuro, il ricorso all’aborto}}”.

Ma {{la consigliera del ministro Turco nega che si incorra nel rischio di favorire scelte eugenetiche}}: “La donna può rifiutare l’impianto, non per la patologia genetica riscontrata sul feto, ma se l’aver riscontrato la malattia genetica produce un danno psicofisico alla donna stessa”. E, infine, sulle minacce di rimettere immediatamente mano al documento, maura cossuta è ottimista: ” Certo, il centrodestra sta minacciando, i numeri ce li hanno, possono anche cambiare la legge. Però, modificare le nuove linee guida non sarà una passeggiata: il percorso che abbiamo seguito è stato rigoroso e nell’assoluto rispetto della forma. Non sarà facile smentire quanto concordato con l’istituto superiore della sanità e – con ben due pareri – dal Consiglio superiore della sanità.
Quella di oggi è una grande vittoria per le donne, per le famiglie, per le associazioni che si sono battute per migliorare una brutta legge”.

Finalmente dunque, {{è garantita una maggiore facilità di accesso e maggiore condivisione nelle cure}}. Le nuove linee guida ampliano le categorie che possono avere accesso alle tecniche di fecondazione assistita, eliminando le precedenti discriminazioni tra soggetti “sani” e soggetti affetti da particolari patologie e potenziano il diritto del cittadino alla scelta perché la possibilità di diagnosi preimpianto lo mette nelle condizioni di esprimere un consenso davvero informato al trattamento.

Adesso è necessario garantire realmente, su tutto il territorio nazionale, lo stesso{{ grado di accesso alle tecniche di fecondazione assistita}}, nonché la loro qualità e sicurezza, per impedire che anche in questo campo si accresca il fenomeno dei viaggi della speranza che tanto pesa sulle tasche dei cittadini e del Ssn.