Da una  lettura di  Kent Haruf, Le nostre anime di notte ,Edizioni Enne Enne, Milano,2017.Traduzione di F.Cremonesi .(in originale Our souls at Night)

Olmi, bagolari e un solo acero ai bordi  della strada . La notte si accomoda dentro e fuori la cucina di Louis, invitato da   Addie ad una sorta di matrimonio.

Dormire insieme, parlare insieme, attraversare   uniti   la notte, al caldo, nel letto, come buoni amici.

Da troppo tempo se ne stanno in solitudine. Le notti, poi, sono davvero la cosa peggiore. Così  Addie     sceglie  di   accogliere lo sguardo dell’uomo sul proprio corpo e  sulla propria vita.

Nelle prime   pagine le parole diventano punteggiatura di sentimenti ,   sommessi ,   dichiarati nel bisbiglio ,  osati nella forma dell’   invito esplicito.

Passa dalla strada, entra dalla porta principale.  Ho deciso di non badare a quello che pensa la gente.  L’ho fatto per troppo tempo.   Non voglio più vivere così.

Dà l’idea che stiamo facendo qualcosa di sbagliato, di scandaloso, qualcosa di cui vergognarci.  

Il bilancio   di una vita ,   narrata da entrambi con sempre maggiore naturalezza,    pungola ad esporsi,  ad affinarsi  l’un l’altro , in tempi giusti,  nel contatto amichevole  di una graduale intimità  .

 “Le nostre anime di notte” è diventato anche un film nel 2017 diretto da Ritesh Batra con  Robert Redford e Jane Fonda. La pellicola è stata presentata, fuori concorso, il 1º settembre 2017 alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.[
Entrambi vedovi ed in pensione ,   toccata la settantina ,  Addie e Louis  sembravano viversi al sicuro da tentazioni, pur  intrappolati in ricordi anche molto dolorosi. Per la donna la tragica morte della figlia ,   per l’uomo la grave malattia della moglie.

Potersi inventare un presente    gradevole,  ed alimentare anche  la speranza di un futuro corto ,  ma  ancora fruibile,    introduce la coppia ad una sorta di   degustazione  (in) agrodolce.

Diventa possibile    volersi  liberamente e senza autoinganni,  consapevoli di non dover  proiettare sullo schermo del giorno dopo  un futuro al passato .

E’ questa  storia  la rappresentazione di una felicità mancata : tenta di includere  fallimenti e delusioni , facendosi risposta, parziale, a   molte domande  .

Addie  ha attraversato un’esistenza senza passioni, dove ha recitato  il ruolo di moglie  serena, ben-voluta. Louis  ,  incapace di guardare il cielo, poco più di un mediocre professore,  ha vissuto sentendosi colpevole per aver tradito la propria  compagna. Sempre più inabile ad una relazione  con la medesima,   maldestramente  poco attrezzato a vivere    in modo appagante.

Per la nuova  coppia avvicinarsi e scoprirsi significa mettere in conto un  rischio ben più tangibile   di abbandono e   solitudine .Contro il timore di deludere e l’ansia di poter ,invece, essere delusi   si rafforza   un desiderio  di voler uscire a volto scoperto, pur cedendo, talvolta , alla tentazione di velare quanto  si è appena visto.

Ombra, fantasma, fantasticheria ove hanno  vissuto,  non trovando riparo per loro dubbi e rimorsi ,  ancora esigenti – questi ultimi –  nel pretendere da entrambi ,uomo e donna,  una ragionata abiura di felicità ancora possibile.

Unica colpa in comune :  non aver impedito l’imponderabile.