La donna torna ad essere “complementare” all’uomo e non più “uguale” nella nuova Costituzione tunisina ed è subito polemica, con le associazioni di donne sul piede di guerra, per un articolo della nuova Costituzione, approvato da una commissione dell’Assemblea costituente.L’Assemblea intende “sopprimere il principio di uguaglianza dei sessi e rifiuta totalmente i diritti delle donne, assestando un duro colpo alla dignità e ai loro diritti di cittadine”, affermano Amnesty International e l’Associazione tunisina delle donne democratiche.

L’articolo incriminato, il numero 27, è stato adottato lo scorso 1° agosto dalla commissione diritti e libertà, ed è passato nella versione più sfavorevole alle donne grazie ai voti dei deputati di Ennahda, partito islamista “moderato” che domina la coalizione al potere.

La deputata Selma Mabrouk, del partito Ettakatol, ha denunciato che la questione della parità tra i sessi era stata già affrontata dalla commissione che sta riscrivendo la costituzione e approvata all’unanimità, tanto che il nuovo articolo 22 recita: “i cittadini sono uguali per quanto concerne diritti e libertà davanti alla legge senza discriminazione di sorta”.
_ Il nuovo articolo 27, votato da 12 deputati è stato quindi una sorta di colpo di mano che viola tutte le procedure democratiche secondo cui un tema votato non può più essere contraddetto.

Selma Mabrouk ha pubblicato sui social network le due versioni del’art. 27 in discussione lo scorso 1 agosto:

{{1.}} {Lo Stato assicura la protezione dei diritti delle donne e delle loro conquiste, sotto il principio della complementarietà con l’uomo in seno alla famiglia e in quanto associata all’uomo nello sviluppo della patria.
_ Lo Stato garantisce l’eguaglianza delle opportunità per le donne in tutte le responsabilità.
_ Lo Stato garantisce la lotta contro qualsiasi tipo di violenza sulle donne. }

(votato da 12 deputat*, 9 Ennahdha, 2 CPR -Souhir Dardouri et Mohamed Karray e un indipendente, Brahim Hamdi)

{{2.}} {Lo Stato garantise i diritti delle donne e le loro conquiste in tutti i settori. E’ fatto divieto di promulgare qualsiasi legge che possa compromettere tali diritti.
_ Lo Stato si impegna a lottare contro tutte le forme di discriminazione o di violenza fisica o psicologica contro le donne}

(votato da 8 deputat* :Selma Baccar, Hasna Marsit, Mourad Amdouni, Noureddine Mrabti, Ahmed Brahim, Mohamed Allouch, Brahim Gassas, Selma Mabrouk)

sottolinenando come non solo l’art.27 introduce il concetto di “complementarietà” al posto di quello dell”eguaglianza” tra i sessi, ma, quel che è peggio, con la frase “sotto il principio della complementarità con l’uomo in seno alla famiglia” sembra lasciare intendere che le donne non sposate saranno private dei loro diritti perché solo i diritti complementari all’interno della famiglia saranno garantiti dallo Stato.

Mabrouk ha concluso tristemente: “Nonostante la mia obiezione espressa due volte sul fatto che non è legale riaffrontare un tema già votato (argomento che il presidente della commissione mi aveva opposto quando ho voluto introdurre un articolo l’abolizione della pena di morte nel capitolo che tratta del rapporto cittadino-giustizia), Madam Ferida Laabidi ha lasciato che i suoi colleghi parlamentari si comportassero a loro piacere su questa materia”.
_ La rivoluzione tunisina, che ha visto le donne protagoniste attive di tutte le proteste, sembra voler imporre loro un salto indietro di 50 anni e la cosa peggiore è che alcune deputate hanno votato a favore di questo vero e proprio attacco ai diritti.