Non è soltanto la violenza dei femminicidi, o delle agressioni con l’acido a giustificare questo titolo. Sono modalità di comportamento diffuse e spesso accettate dalle stesse donne  perché convinte che la loro forza, il loro altruismo, la loro emancipazione, la loro presunta libertà le tenga lontane da ogni discriminazione, da ogni forma di autoritarismo, da ogni condizionamento. Cosa falsa  che le porta, senza accorgersi, a sottostare al volere maschile, minimizzandolo.

A parlare di questo fenomeno che ormai sta sotto i nostri occhi sono Natalia Aspesi, Federica Bianchi, Manuela Cavalieri, Francesca Mannocchi, Sabina Minardi, Donatella Mulvoni, Valeria Parrella, Chiara Saraceno, Gayatri Spivak.

Non rendersi conto di questo mutamento dei comportamenti ci fa tornare indietro. Così rischiamo che vengano cancellate non solo  quelle conquiste ottenute in decenni di lotta, ma anche le basi della democrazia e di una cultura dell’uguaglianza dei diritti. Valeria Parrella inizia il suo pezzo ricordando le militanti del PD reggere gli ombrelli ai loro compagni, atteggiamento che ha fatto storcere il naso a molt* definendo la cosa maschilista. Come maschilista era la famose frase della Lega “Ce l’ho duro”. Ma il termine maschilista contina Parrella non può essere utilizzato per le due situazioni. E’ necessario dunque fare dei distinguo che l’autrice articola ampiamente nel suo pezzo che conclude con la speranza che oggi ci siano uomini capaci di correggere certi comportamenti che i loro padri più o meno consapevolmente avrebbero voluto trasmettere. Natalia Aspesi si sofferma invece sul potere, sopratutto nei luoghi della politica. Gli uomini quando concedono alle donne certe poltrone queste sono poche e spesso insignificanti se hanno  la certezza di  gestire il potere con una certa sicurezza. Quando invece le cose si ingarbugliano e per loro diventano ingovernabili ecco comparire la loro generosità. Lasciano così libero il campo alle donne sottolineando la loro magnanimità. Sembra invece disillusa Chiara Saraceno che amaramente sottolinea che il vero problema è che non cambia mai nulla. Se da una parte la Disney dopo anni di sdolcinate principesse ha dovuto proporre figure libere e autonome con un destino diverso da quello imposto dei ruoli sociali, dall’altra parte c’è stata l’offensiva del neo sindaco di Verona, Federico Sboarina,  che ha minacciato  di mettere al bando alcuni libri gender dalle biblioteche scolastiche. Per battere il sessismo sostiene Gayatri Spivak , docente alla Colunbia University e esperta di studi post coloniali, occorre superare differenze di reddito e di istruzione a livello planetario,  con Trump si sta tornando tragicamente indiero. Il suo governo è di tipo assolutistico. Mentre Federica Bianchi sostiene che le femministe dovrebbero ringraziare Trump visto che dopo la sua elezione si sono rafforzate. Centinai le nuove iscritte alle organizzazioni, aumentate del 40% le donazioni e sono riuscite a manifestare scendendo in piazza in centinaia di migliaia: la famosa marcia del 21 gennaio 2017. Nello speciale dell’Espresso, Francesca Mannocchi ricorda  il dramma delle donne nella Mosul appena liberata. Violenza prima, sotto il Califfato, violenza ora!