Viviamo un’epoca di cambiamento, di transizione verso un futuro piu’ consapevole e rispettoso nei confronti dell’ambiente; l’umanita’ sapra’ mettere da parte vanita’ e frivolezze per dedicarsi ai valori essenziali della vita sulla Terra. In futuro saremo piu’ austeri, gia’ iniziamo ad essere piu’ differenziati e sintetici nel nostro modo di vivere; saremo piu’ integrati ed integrali, meno dediti alla follia. Cercheremo di allungare la nostra vita e quella del Pianeta al contempo, forse l’era frivola e la vanita’ saranno declassate e ci sara’ piu’ stabilita’ emotiva e meno disuguaglianza sociale. Sicuramente il panorama e’ allettante, al punto di sentirsi dispiaciuti se non potremo approdare ad un’epoca tanto virtuosa.

Intervistata nel 2010, {{Adriana Mulassano}}, giornalista e critica di moda, disse che {{la moda e’ finita}} intendendo racchiudere in questa affermazione un intero sistema ed un ciclo sviluppatosi intorno agli anni ’60, da lei ben conosciuto e praticato, che per oltre 30 anni ha goduto di autorevolezza, espandendosi e portando ricchezza e fama a tutto il nostro Paese.

Il cosiddetto {made in Italy} ,che nel settore dell’abbigliamento ed accessori e’ stato una bandiera di stile, creativita’ e produttivita’ per imprese di piccola, media e grande portata. Il sistema, cosi’ come lo conosciamo ha da tempo superato il picco di massima; crisi dopo crisi, sta a tratti mutando o scomparendo, offrendo nuovi scenari, completamente sovvertiti.

La rete, internet e la globalizzazione hanno cambiato il volto della moda, sia da un punto di vista organizzativo e distributivo, sia per quanto riguarda l’espressione creativa, l’immagine e il carattere distintivo/sociale che si attribuisce all’abbigliamento.

Il web ha favorito{{ il flusso istantaneo e globale delle idee}},delle immagini e delle tendenze che da patrimonio di pochi addetti ai lavori, sono divenute facilmente reperibili ,condivisibili e valutabili da se’. Lo stile nasce, si utilizza e si mette da parte con facilita’ e velocita’, individualmente, tanto che possiamo parlare di self-fashion. E’ solo l’inizio e l’evoluzione continua; la rete, rispetto agli altri media, giornali e televisione, assicura ogni tipo di indicazione trasmettendo sicurezza e favorendo la nascita di un consumatore informato e selettivo, che da{ fascion-victim} diventa {fashion-addicted}.

Nei primi anni del 2000, la nascita in Inghilterra della {{cultura Transition }} , grazie a Rob Hopkins, crea una sorta di dualismo concettuale;da una parte l’evoluzione tecnologica rappresentata da Internet, la rete globale ,e dall’altra la necessita’ di una nuova cultura che si basa sulla liberta’ dalla dipendenza del petrolio.{ Transition} e’ autosufficenza ,abbandono dell’energia petrolifera, uso di energie rinnovabili,coltivazioni di orti comuni ,mobilita’ sostenibile e tanto altro ancora .Una visione del rapporto persona/natura che non significa retrocessione ma futuro consapevole in armonia e rispetto dei cicli naturali di produzione.

Citta’, villaggi e gruppi con questi requisiti si sono formati in molti stati europei e nel resto del mondo; l’ambiente ,la sopravvivenza e la qualita’ della vita sul Pianeta Terra sono le priorita’ a cui non ci si potra’ sottrarre. Ecosistemi indeboliti, sfuttamento globale e sovrapopolazione sono gia’ ora temi urgenti; essi avranno un peso etico su ognuno di noi togliendo spazio all’effimero, al volitivo, al frivolo.

Il modello sociale, in questa compagine e’ destinato a mutare sostanzialmente; saremo piu’ semplici,orientati al risparmio, piu’ rigorosi pur conservervando il personale senso di distinzione.

Lo stile sara’ piu’ funzionale, accorciando le differenze di genere; {{tecnologia /natura}} sara’il binomio per le scelte etiche e green di una moda piu’ resiliente, per un corpo ripensato e protagonista.

La frase chiave “{save your body}” e “{save earth}” saranno un l’ideale comune, la ragione di vita per chi ci sara’. {Transition} e’ l’inizio di {{un “ponte” culturale,sociale ed economico}} che espandendosi riportera’ il genere umano a quei valori che si sono abbandonati in nome del progresso e del potere.

La moda, cio’ che indosseremo ,raccontera’ di noi qualcosa di inedito e fondamentale in ogni tempo, l’amore per la nostra Terra,mai prima di ora, cosi’ piccola e vulnerabile.