tIl 14 maggio a Torino, è stata presentata anche in Italia la rete REYN – Romanì Early Years Network (Rete per la Prima Infanzia Rom) “una rete di professionisti e para-professionisti che lavorano a stretto contatto con le comunità rom in Italia nel campo dello sviluppo della prima infanzia”.

untitledUn Network internazionale  già presente in Irlanda, Kosovo, Slovenia, Slovacchia, Ungheria e “i beneficiari diretti del progetto saranno i bambini rom nella fascia di età che va dalla nascita ai dieci anni di vita”.

Sostenuto dell’Istituto Open Society Foundation, in collaborazione con  il Programma Early Childhood, sarà coordinato a livello nazionale dall’Associazione 21 luglio Onlus, che fra i suoi progetti ha LabRom  le cui prossime tappe di questo mese saranno a Roma il 23 e 24, a Reggio Calabria  il 30 e 31. Incontri dove “ogni partecipante, rom e non rom, in una modalità seminariale è chiamato a condividere la propria esperienza e il bagaglio di idee di cui è portatore. Le giornate saranno divise in due momenti: uno spazio di condivisione, al mattino, introdotto da una relazione iniziale ed uno spazio di discussione, nel pomeriggio. I lavori si svolgeranno in plenaria e in gruppi coordinati da facilitatori”.

L’Associazione 21 luglio, é “un’organizzazione non profit indipendente, impegnata a livello nazionale nella tutela e nella promozione dei diritti

dell’infanzia presente negli insediamneti rom formali ed informali e nella lotta contro ogni forma di discriminazione e intolleranza nei confronti delle diversità”.

Fra le numerose attività di cui si occupa, organizza campagne ed eventi pubblici di sensibilizzazione, promuove attività di educazione ai diriti umani, realizza progetti pedagogici sperimentali e svolge attività di ricerca.

Con il rapporto Mia madre era Rom e il Rapporto annuale 2015,  ha affrontato  i temi delle adozioni dei minori Rom in emergenza abitativa nella Regione Lazio (2006-2012), di come l’assenza “di una raccolta di dati disaggregati su base etnica impedisce di disporre di numeri certi sulla presenza dei rom e sinti” e di come l’Italia in diverse occasioni abbia ricevuto raccomandazioni da enti preposti al monitoraggio internazionale che “hanno richiamato gli amministratori nazionali e locali a promuovere  politiche di desegregazione abitativa nei confronti delle comunità Rom confinate nei cosidetti campi nomadi”, come scrive Carlo Stasolla, Presidente dell’Associazione 21 luglio Onlus.

Nel 2011, il Progetto “Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020”,  chiedeva ad “ogni stato di elaborare strategie nazionali incentrate principalmente su quattro obiettivi: accesso all’istruzione, accesso all’occupazione, accesso all’assistenza sanitaria, accesso all’alloggio e ai servizi essenziali.”

rAll’oggi la Srategia nazionale dinclusione dei Rom, Sinti e Camminanti  é al terzo Piano biennale nazionale di azioni e di interventi , promosso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e svolto in collaborazione con il Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca, insieme alle Città Riservatarie (ex lege 285/97) di Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino , Venezia e nel 2013/14 ha partecipato anche la città di Milano.

Tra le finalità del progetto, una formazione-supervisione per gli/le insegnanti, le attività di cooperative learning in classe, le attività laboratoriali, accompagnamento e dialogo scuola-famiglie, sostegno socio-educativo individuale o per piccoli gruppi ai bambini interessati, empowerment per laccesso ai servizi, monitoraggio e promozione di interventi specifici.

sEdito nel 2015, il libro Sangue misto, i cui proventi vanno all’Associazione 21 luglio Onlus, ci racconta attraverso la storia dei Quattro Elementi Terra, Aria, Acqua e Fuoco, forse l’inizio di tutto questo. Ci parla della Quintessenza “fusione armonica dei Quattro Elementi naturali, che insieme, rendono possibile l’esistenza concludendo che “purtroppo in questa triste storia non

c’è spazio per il quinto elemento, la fusione armonica non é di questo mondo, se non in modo marginale e sporadico”. Ripercorre come un racconto, la storia della prima gens cingara “che si affaccia alle porta delle città europee” nel XV secolo, ricordandoci che oltre sette milioni di Rom, che all’oggi vivono in Europa,  discendono da popolazioni che dal delta dell’Indo, fra l’India e il Pakistan, migrarono lasciando una terra definita da alucne/i la loro patria, da altre/i il loro paese d’origine.

Diverse le etnie, molti gli usi, i costumi e le tradizioni di una cultura che si tramanda in gran parte oralmente da generazioni e di cui molto si é parlato, scritto e studiato e che il libro Miti e Leggende degli Zingari a cura di Erberto Petoia della Franco Muzzio Editore,  sa raccogliere.

 

Nel 1971 si svolse  il primo congresso mondiale Rom a Orpington-Chelsfield, vicino Londra , “che vide riuniti intellettuali e politici di origine Rom in rappresentanza di vari paesi europei”e lì fu costituita la prima organizzazione mondiale Romanì Union, non governativa, riconosciuta come componente del Consiglio d’Europa dal 1972,  come ente consultivo dell’UNESCO nel  1979, come ONG dall’UNICEF nel 1986, come ente consultivo dall’ONU nel 1993.

Nell’occasione vennero definiti l’inno nazionale “Djelem Djelem” (Andiamo, Andiamo) composto nel 1969 da Zarko Jovanovic, e la bandiera Romanì bande orizzontali, dove è presente una ruota indiana rossa su sfondo per metà verde, a simboleggiare la terra coperta derba, e per metà azzurra, a simboleggiare il cielo e con la parola Rom si riunificarono Sinti, Manouches, Kalderash, Lovara, Romanìchéls, Vlax, Domari, Nawr.

Da allora l’8 aprile si celebra  la Giornata Internazionale del popolo Rom : Rom– uomo, Domba -uomo libero, mentre i  Gagè forse siamo noi, e il libro edito da Mnamon di Francesco Luca Zagor Borghesi, ci fa capire che Se mia madre era Rom, tutte e tutti possiamo avere Sangue misto.

Info: www.21luglio.org