Il cardinal Bascasco, presidente della CEI (conferenza episcopala italiana) nella sua prolusione ai vescovi del 22 settembre 2008, ha parlato del caso Emanuela Englaro, a cui la Magistratura ha finalmente riconosciuto il diritto di sottrarsi alle terapie forzate che prolungano da ormai 16 anni lo stato vegetativo irreversibile in cui si trova.
Una lunga e dolorosa vicenda giudiziaria, portata avanti da un padre coraggio. E che rimbalzata nei media, ha fatto riflettere {{sull’importanza del diritto di ciascuno ad essere padrone dalla propria vita,}} e fatto crescere i consensi per rispettare la volonta di Emanuela.

Ecco allora {{le gerarchie vaticane correre ai ripari}}. E premere sul Parlamento italiano perché emani una legge che impedisca di sottrarsi ai trattamenti di alimentazione ed idratazione forzata.

“Si è imposta una riflessione nuova da parte del Parlamento nazionale – ha detto monsignor Bagnasco- … una legge sul fine vita che … riconoscendo valore legale a dichiarazioni inequivocabili, rese in forma certa ed esplicita (…) non avranno la necessità di specificare alcunché sul piano dell’alimentazione e dell’idratazione, universalmente riconosciuti ormai come trattamenti di sostegno vitale, qualitativamente diversi dalle terapie sanitarie. {{Una salvaguardia indispensabile}}, questa, se non si vuole aprire il varco a esiti agghiaccianti anche per altri gruppi di malati non in grado di esprimere deliberatamente ciò che vogliono per se stessi”

Ognuno insomma, formuli pure tutte le dichiarazioni che vuole se sottoporsi o meno ai diversi trattamenti sanitari, fatta eccezione per quelli di idratazione ed alimentazione forzata.

Insomma, {{le gerarchie vaticane aprono ad una legge sul fine vita, ma per impedire il testamento biologico}}. Per chiudere la partita a loro vantaggio. Per impedire che, nell’eventualità in cui ci si trovi nel buio più buio dello stato vegetativo irreversibile, valga una dichiarazione di volontà, che fatta nel pieno possesso delle facoltà mentali, sottragga alla nonvita.