Artemisia Gentileschi, Susanna e i vecchioni, 1610. Olio su tela, cm 170×119 cm. Collezione Graf von Schönborn, Pommersfelden

Il 25 novembre 2018, durante la giornata dedicata alla violenza sulle donne, si è voluto parlarne a Terrasini, partendo dal passato, dal racconto di una donna del ‘600, Artemisia Gentileschi che, con coraggio, ha raccontato l’atto di violenza subito, il dolore e l’umiliazione provati.

Il racconto che ci proviene da Artemisia, la descrizione dei particolari, la reazione, la rabbia provati nel subire uno  stupro, è uguale a un qualunque racconto di una qualunque donna dei nostri tempi che abbia subito la stessa violenza, un racconto che dà la dimostrazione di come le donne nella storia sono state e sono unite dalla stessa sofferenza, dalla stessa umiliazione, che come un filo rosso della memoria, attraversa il passato, per arrivare al  presente,  in un legame che le tiene legate l’una all’altra nel tempo.  È stata  la presa  di coscienza  delle donne che ha permesso nei tempi più recenti di considerare la violenza maschile  un sopruso  da denunciare e le violenze subite non   più come qualcosa da vivere in  solitudine e di cui vergognarsi, ma da denunciare.
È stata questa presa di coscienza che ha portato  le donne a ribellarsi,  ha permesso la nascita dei centri antiviolenza che cercano di intervenire a favore delle donne in difficoltà,  per sostenerle nel loro processo  di autodifesa nei confronti di chi le vuole maltrattare, ha permesso l’adozione di normative a  favore delle donne che considerano reato ciò che in passato era considerato quasi un diritto per gli uomini. Ma, si è evidenziato,  in questo percorso occorre andare oltre.
E l’oltre si è voluto rappresentarlo con la mostra fotografica dal titolo ‘Nzemmula, che vuol dire insieme, volti  di ragazzi e ragazze, uniti insieme nella ricerca di libertà e di autonomia in un percorso di parità.
‘Zemmula, quindi può rappresentare  l’obiettivo  da raggiungere, un fare ‘Nzemmula , un condividere ‘Nzemmula,  diventando consapevoli che i rapporti di forza  e di violenza che  spesso si instaurano  tra uomini e donne non porta vantaggio per nessuno. Una consapevolezza che devono acquisire soprattutto gli uomini, cambiando mentalità, per una diversa storia, per  non continuare a comportarsi  da oppressori nei confronti delle donne  che tante volte continuano a considerare come sesso debole da dominare, da oltraggiare, a volte da uccidere. Bisogna interrompere quel filo di dolore e di sofferenza che ha percorso la nostra storia, una storia da cambiare con il contributo di tutti/e, per trarne  tutti, uomini e donne, vantaggio.
La mostra fotografica che è stata esposta e presentata a Terrasini presso l’antiquarium,  per la giornata contro la violenza alle donne, sta girando da circa un anno a partire dall’8 marzo 2018 non solo nel territorio, ma anche nei paesi circostanti.