Al Museo del Paesaggio di Torre di Mosto (Provincia di Venezia) si tiene dal 21 Aprile al 3 Giugno la mostra Terra Madre.Il tema prescelto, “Terra madre”, intende approfondire la direzione di una ricerca artistica in atto dalla seconda metà del novecento ad oggi intorno alla ridefinizione della relazione uomo – natura, alla luce della crisi epocale del meccanismo economico e culturale che tante ferite ha portato al pianeta e che quotidianamente continua a manifestarsi davanti ai nostri occhi.

L’esposizione curata da {{Vittoria Surian}} e {{Giorgio Baldo}} offre un’ampia ricognizione sull’attività e le opere di{{ alcune tra le più importanti artiste italiane dal secondo novecento sino ai giorni nostri }} che hanno affrontato l’immaginario del mito, degli archetipi profondi che intorno alla natura si sono intrecciati nel tempo creando quel sotterraneo mondo spirituale che è l’humus sul quale pianta quotidianamente radici la “cultura” della natura e del paesaggio

Saranno presentate le opere di 22 artiste, tra le quali 14 hanno partecipato a più riprese alle Biennale di Venezia:
{{Regina, Maria Lai, Carol Rama,Bice Lazzari, Carla Accardi, Marina Sasso, Marilena Sassi, Mirta Carroli, Cloti Ricciardi, Viera Da Silva, Gabriella Benedini, Giosetta Fioroni, Lidia Puglioli, Mirella Bentivoglio, Laura Castagno, Renata Boero, Elisa Montessori, Patrizia Molinari, Ingrid Mair, Candida Ferrari,Rosanna Lancia, Pinuccia Bernardoni.}}

La mostra intende rappresentare anche un’ occasione per rendere omaggio a una delle scultrici più geniali del Novecento: {{la futurista Regina}} della quale si espongono i particolari studi di fiori in scultura e disegno.

Uno spazio particolare sarà dedicato alla figura da poco scomparsa di {{Andrea Zanzotto}}, compagno ideale di questo viaggio “Dietro al Paesaggio”; saranno esposte di {{Giosetta Fioroni}} le incisioni firmate anche dal poeta, e i disegni originali che hanno accompagnato l’antologia delle sue poesie “Attraverso l’evento”.
Il catalogo presente in mostra sarà corredato da saggi, dichiarazioni di poetica, apparato critico e biografico

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All’interno della relazione uomo -natura}}, la mostra indaga sull’immaginario legato a “Terra madre”. È un magma di molti elementi e presenze; sono le voci che raccontano i miti sulla terra generatrice, dai primitivi sino agli egizi e ai greci; sono gli archetipi legati ad essa così vivi in tanta antropologia e psicologia del novecento; sono le opere in cui i miti originari e questi archetipi hanno trovato forma, nutriti dalle pulsioni primordiali e dalle domande di senso che si attivano nella nostra specie di fronte al mondo naturale che ci ospita e che con noi è sempre in relazione.

E da questo mondo incandescente, collocato nel nostro profondo, frutto dell’intreccio delle nostre pulsioni primordiali con la figura e le voci che la nostra cultura con esse e su di esse continuamente elabora che, come un magma vulcanico, esce talvolta alla superficie e nella mente dell’uomo un flusso di energia che produce Gea, Demetra, Artemide, ma anche l’Antigone di Sofocle, le “Metamorfosi” ovidiane, la scienza della natura …….

Che poi, {{“creature” a mezzo tra aria e materia, concetto e storia}}, simboli del rapporto uomo-natura, una volta presa vita e forma, vanno ad abitare arricchendolo di nuove presenze, quel mondo-continente nel quale vivono le precedenti creazioni.
Per poi premere anch’esse, con tutto il preesistente, per una nuova avventura, per un nuovo vulcanico getto.

Questo sotterraneo mondo ci inonda sempre con il suo flusso nutriente, non solo nel momento delle sue grandi uscite; è l’humus sul quale pianta quotidianamente radici la “cultura” della natura e del paesaggio.
A questo immaginario la mostra “Terra madre” rinvia e con esso le opere e le artiste selezionate dialogano.

Al centro della esposizione sta dunque il tema della relazione uomo –natura.
All’interno di questa relazione primaria, dal lato della natura, sta {{“Terra madre”}}
Che non esaurisce la “natura”, ma che ne rappresenta il peso, la materia, il tempo geologico, il mito generativo.
Terra madre di consistenze minerali, di foreste impenetrabili e selve profonde, di animali, di umano.
Ma insieme e per riflesso terra madre di archetipi, miti, allegorie. E arte.
Creatura viva e sacra.
{{Irriducibile da e a ogni “economico”, da e a ogni “razionale”. Da e a ogni “culturale”.}}
Che sta di fronte ad essi, alla loro volontà di potenza, come perfetto “altro”, perennemente incatturabile; e che essi, nel mentre lo riconoscono come “altro”, tentano in ogni caso di ricondurre a sé.
Ed è in una particolare volontà di riduzione a sé che si riconosce il disastro dei nostri tempi.
La crisi che stiamo attraversando nel nostro rapporto con la terra.
Che si manifesta nell’economico ma che ha radici più profonde
{{Il pensiero della natura come oggetto infinitamente utilizzabile}}; tutta conoscibile, tutta manipolabile; vaso di pandora eterno da dove prelevare tutti i nostri progressi materiali e divertimenti spirituali. Tutti addomesticabili.

{{L’ideologia del naturale come risorsa.}}
Come poter negare al naturale questo aspetto di “utilità”?
Come è stato fatto all’inizio del capitalismo per le foreste, ecco il nuovo orizzonte tutto materialistico, tutto economico, tutto arido; coltiviamo la foresta (la natura), riduciamola a un fattore razionale-economico.
Facciamola lavorare con noi, facciamo i giardinieri a grande scala.
Lei ci risponderà con generosità.

Ma il sacro originario che “Terra madre” origina e tiene entro sé? Il suo lato “terribile”, la sua distanza? La sua irriducibilità all’umano, alla sua “utilità”? Confinata solo nel limbo dell’”antico”?
Questo il centro che attraverso le opere presentate, si cercherà di mettere a fuoco.

La scelta di chiamare diverse artiste italiane, il cui nome è legato alle principali manifestazioni artistiche del ‘900 Italiano sino al primo decennio del secolo presente, a misurarsi su questo tema non è casuale;{{ un pensiero femminile su questi temi }} ha maturato, durante gli ultimi decenni, una approfondita riflessione che questa mostra vuole raccogliere e insieme rilanciare come tema per ricerche future.

La mostra si aprirà con una sala dedicata a Regina che assume il duplice significato di un omaggio all’artista e insieme il collegamento tra primo e secondo novecento dell’arte italiana nell’opera delle artiste.

Saranno presenti in mostra sia lavori storici che, in modo più o meno esplicito, questo intreccio di problemi (di archetipi, miti generativi, materia e levità, nuovi paesaggi fisici e mentali) hanno sottoposto al fuoco vivo della loro ricerca formale e di senso; sia nuovi lavori che saranno presentati specificatamente per questa esposizione.

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Immagine: Machera (la donna e il fiore) di Regina} da tellusfolio.it