Il Caso e il vento di Sandra Giuliani accoglie
nella nuova collana “Fuoristrada” il saggio-
racconto “Terra barbara” di Irene Iorno,
nota artista sperimentale romana, che ha
utilizzato la sua intensa vena creativa per
narrare la complessa malattia procuratale da
errori diagnostici o, meglio, da una lunga
mancanza di diagnosi.“C’era forse una volta il mio mondo…” è il vero incipit della sua storia.
Un percorso accidentato, durante il quale gli incontri e la costruzione tra fantasia e razionalità di un
progetto di guarigione divengono parte integrante del libro.
Dalla perdita del corpo al suo ritrovamento, grazie a una partecipazione corale di medici, operatrici
sanitarie, di Anthony Coello Gonzales con la Chéveredance therapy, della famiglia allargata e delle
tantissime amiche di tutte le età.

E una partecipazione corale si ritrova anche nella costruzione del suo libro, da lei pensato non solo
per portare avanti la sua riflessione sulla condizione umana, ma soprattutto per chi potrebbe trarne
giovamento. Il medico che l’ha guidata in questo percorso, Pierluigi Gargiulo, ha scritto la bella
prefazione del libro, nel quale compaiono anche le testimonianze dell’ortottista e della fisioterapista
shiatsu. Ma la partecipazione corale non si ferma qui, basta guardare il denso elenco di
Ringraziamenti finali.

In tempi in cui la medicina narrativa inizia a consolidarsi, Irene Iorno è già avanti, offrendo a chi
legge un modo letterario, sperimentale e inventivo, da vera artista poliedrica.
La perdita della memoria e della scrittura, il restringimento del campo visivo, la perdita dei colori e
molto altro non l’hanno fermata.

Le immagini delle sue opere, dai dipinti ai disegni alle installazioni alle fotografie, fissano la realtà
attraverso i suoi occhi che vedono ben pochi colori, e sono testimonianza di una creatività pian
piano ritrovata, che torna a farsi arte per sé e per gli altri.
Non va dimenticata o sottovalutata la seconda parte del libro, che è anch’essa pensata per gli altri.

Qui, c’è volutamente un segno didattico per mostrare, insieme ai suoi medici, la strada percorsa
attraverso disegni e invenzione di esercizi, riappropriazione della scrittura, associazione di parole e
di concetti, un lavoro di molti faticosi anni. Da mostrare a futuri medici e a futuri pazienti come uno
dei preziosi strumenti della battaglia per la vita.
Una caratteristica importante è lo sguardo di genere che Irene, da socia dell’Associazione Il Paese
delle donne, non marginalizza neanche per un attimo.

– {{Irene Iorno}}

È nata a Roma nel 1976, artista e giornalista pubblicista, socia dell’Associazione Il Paese delle
donne, terminati gli studi classici frequenta un corso di Pittura e ottiene le qualifiche di
Disegnatrice Autocad e di Graphic Design. Nel 2005, nell’ambito dell’indirizzo Arti Visive e
Discipline dello Spettacolo (tesi in Regia), consegue la laurea in Pittura e due anni dopo la
specialistica in Scultura.
Artista di sorprendente intensità, Irene Iorno si è cimentata in tutti i settori dell’arte, dai dipinti ai
disegni, dalle incisioni alle fotografie, alle installazioni sino ai videoclip, con una profonda
attenzione al femminile, e per le sue opere è stata premiata in numerose manifestazioni d’arte
contemporanea.