Per la prima volta alla Casa Internazionale delle Donne, da giovedì a domenica decine di case editrici stanno esponendo migliaia di titoli sui banchi allestiti lungo i corridoi e nelle sale di questo seicentesco edificio collocato a Trastevere. Camminare tra tanta scrittura e creatività femminile mi ha quasi stordito oltre a darmi la piacevole sensazione di una materialità delle idee così forte da essere tangibile. L’intelligenza può essere sfogliata, toccata, guardata. Le donne… tante, tantissime sono state in grado di donare al mondo una produzione intellettuale impensabile e ancora tutta da scoprire soprattutto da quel mondo di uomini che preferisce bendarsi. Operano, così, una miope cancellazione di quanto le donne hanno fatto e detto. Preferiscono porre tra la loro cultura e quella delle donne: difficoltà, ostacoli, muri, molestie, malversazioni, non escludendo violenza e morte. Una per tutte: Olimpia De Gouges. Ma i movimenti politico-culturali delle donne non si sono arresi e continuano, con determinazione, questo inarrestabile cammino. Incuriositi da questo fenomeno storico molti di loro, gli uomini, hanno cominciato a guardare e ad ascoltare.

Alla fiera dell’editoria femminile, non solo libri, ma decine e decine di dibattiti presentazioni, iniziative. Un modo per immergersi in un sapere così complesso ed articolato che anche le più esperte spesso fanno fatica ad orientarsi. Sì. Perché le donne hanno messo mano a 360 gradi sulle cose del mondo.

Ieri ho partecipato ad un incontro sulle riviste che hanno fatto la storia del movimento delle donne e dei femminismi. Presente anche Anna Maria Crispino ideatrice di questa prima fiera dell’editoria delle donne. Decine le testate presenti al dibattito o sui banchi della fiera. Alcune hanno ancora forma cartacea, altre godono solo del supporto on line. Una scelta dettata sia dai costi di stampa e distribuzione, ma anche dalla curiosità che hanno suscitato le nuove tecnologie. Altri linguaggi potevano alimentare creatività e conoscenze mai esplorate prima.

Ricca la carrellata che ha fatto ripercorrere alle presenti la nascita e la storia delle loro testate. Con diverse articolazione, è stato disegnato anche il passaggio dalla carta al video. Diverso non solo il supporto. Le testate on line hanno a disposizione strutture grafiche, immagini, linguaggi.. del tutto impensabili nel mondo della carta.. Un mondo, quello della stampa, che continua godere di una ineludibile attenzione. Un fascino persistente che mantiene viva l’attenzione tanto che biblioteche, fiere e librerie continuano ad essere luoghi di incontro e relazioni molto importanti pur avendo questi luoghi anche significativi legami con il mondo del web.

Sulle pagine on line possono essere citate le fonti e, con i link, mettere queste direttamente a disposizione di chi legge, svelando così un rigore professionale prima mai ipotizzato. Proteggere la propria fonte: un diritto inalienabile di chi fa giornalismo, ma non di chi costruisce memoria storica. E, la rete è memoria storica. Ma di una storia che va perdendo la sua dimensione diacronica, verticale. Non più passato, presente e futuro. Una memoria orizzontale, sincronica dove il presente fagocita il passato. Il futuro è come un bozzolo. Difficile immaginare la forma della vita che cela. Se lo si guarda, in molte persone prevale incertezza e aleatorietà.

E’ un caos che però può essere estremamente vitale. L’importante è starci dentro, decodificarlo, capirne le dinamiche, per non farsi prendere da inutili paure. Unico modo per costruire nuova progettualità.

Questa nuova modalità della percezione dell’esistente, cambia la struttura dei linguaggi, delle relazioni, dell’organizzazione e, perché no, anche quella dei bisogni.

Sono stati lanciati degli input che hanno fatto pensare anche alla situazione socio-politica. Input però che hanno lasciato tante domande aperte. Una su tutte: la materialità dei corpi e dei bisogni come riesce ad orientarsi in forme così nuove della comunicazione? La comunicazione non è forse il primo veicolo delle relazioni, dell’organizzazione sociale, della cultura, della memoria, dell’identità? Risposte, anche se parziali, a queste domande probabilmente si possono trovare tra le pagine di quei libri esposti alla prima fiera dell’editoria delle donne nata alla Casa Internazionale di Roma, ma anche sulle pagine web , sui blog, sugli E-book… Si sono incrociate due rivoluzioni quella digitale e quella femminista. Si sono aperte nuove strade. Così reale e virtuale si intrecciano, potenziandosi reciprocamente.