In un nuovo rapporto diffuso oggi, Amnesty International ha denunciato
l’estensione dei crimini di guerra di cui sono vittime le bambine e i
bambini in Somalia, tra cui il sistematico arruolamento di soldati di eta’
inferiore a 15 anni da parte dei gruppi armati islamisti.‘[Sulla linea del fuoco. Bambine e bambini sotto attacco in Somalia->http://www.amnesty.it/somalia-bambine-e-bambini-vittime-di-crimini-di-guerra]’ (disponibile in inglese) il nuovo rapporto
di Amnesty International denuncia, oltre agli arruolamenti forzati, anche
il diniego dell’accesso all’istruzione e le uccisioni e i ferimenti nel
corso degli attacchi indiscriminati contro aree densamente popolate.

‘Quella della Somalia non e’ solo una crisi umanitaria. E’ una crisi dei
diritti umani e una crisi delle bambine e dei bambini’ – ha dichiarato
Michelle Kagari, vicedirettore per l’Africa di Amnesty International.

‘Se sei un bambino in Somalia rischi la vita in ogni momento: puoi essere
ucciso, reclutato e spedito al fronte, punito da al-Shabab perche’ ti
hanno trovato mentre ascoltavi musica o indossavi ‘vestiti sbagliati’,
costretto ad arrangiarti da solo perche’ hai perso i genitori o puoi
morire perche’ non hai accesso a cure mediche adeguate’ – ha spiegato
Kagari, sottolineando che ‘la crisi umanitaria che ha colpito le bambine e
i bambini in Somalia e’ anche la conseguenza del fatto che negli ultimi
due anni al Shabab ha impedito l’accesso agli aiuti’.

Il rapporto analizza oltre 200 testimonianze di rifugiati somali, bambini
e adulti, che si trovano attualmente in Kenya e a Gibuti. Molti hanno
affermato di essere stati costretti a fuggire dalle regioni
centromeridionali per evitare l’arruolamento da parte dei gruppi armati.

Il Governo federale di transizione della Somalia e’ a sua volta accusato
dalle Nazioni Unite di aver reclutato, impiegato, ucciso e ferito i
bambini nel conflitto armato. Sebbene si sia impegnato a rispettare i
diritti dei minori, non ha ancora preso alcuna misura concreta per porre
fine all’uso dei bambini nei ranghi delle forze che combattono dalla sua
parte.

L’istruzione e’ stata compromessa a causa degli attacchi indiscriminati
che hanno distrutto o danneggiato gli edifici scolastici. Nella capitale
Mogadiscio, molte scuole sono state chiuse perche’ gli alunni e gli
insegnanti hanno paura di essere uccisi o feriti lungo il percorso per
raggiungerle.

Al-Shabab, il principale gruppo armato che si oppone al governo, ha
imposto severe limitazioni al diritto all’istruzione, impedendo ad alcune
alunne di frequentare la scuola, vietando l’insegnamento di alcune materie
o usando le scuole per indottrinare i bambini e farli partecipare ai
combattimenti.

Al-Shabab sta ricorrendo sempre di piu’ a metodi minacciosi per reclutare
i bambini, offrendo loro telefonini o danaro o compiendo raid e rapimenti
nelle scuole o in luoghi pubblici.

Alcuni bambini intervistati da Amnesty International hanno riferito di
insegnanti uccisi durante gli assalti alle scuole e di bambine obbligate a
sposare i miliziani.

Una bambina tredicenne di Mogadiscio ha raccontato ad Amnesty
International: ‘Quelli di al-Shabab sono arrivati una mattina. Hanno detto
agli insegnanti che tutti i bambini dovevano essere fatti uscire dalle
aule. Un insegnante ha rifiutato di obbedire ed e’ stato ucciso. Era
coraggioso, era uno di quelli che stavano dalla parte dei diritti delle
bambine’.

Bambine e bambini sono stati vittime di frustate e hanno assistito a
violenze terrificanti, tra cui amputazioni, lapidazioni e uccisioni
compiute in pubblico dai gruppi armati islamisti. I bambini hanno anche
assistito all’uccisione e alla tortura di parenti e amici.

A causa delle violazioni subite o cui hanno assistito, la dimensione del
trauma tra i rifugiati somali, inclusi i bambini, e’ elevata.

La comunita’ internazionale deve aumentare le misure di protezione
riguardanti il crescente numero di bambini somali separati dalle loro
famiglie e accrescere il sostegno psicosociale e i programmi d’istruzione.

‘Questo e’ un conflitto senza fine, in cui ogni giorno i bambini vivono
orrori inimmaginabili. Il rischio di diventare una generazione perduta e’
concreto, se il mondo continuera’ a ignorare i crimini di guerra che
colpiscono cosi’ tanti di loro’ – ha concluso Kagari.