Lettera aperta a Casa Internazionale delle Donne, AFFI, Libreria delle Donne – Milano, Libera Università delle donne Milano, Il Paese delle Donne, UDI, Coordinamento delle donne Cgil, Repubblica, Manifesto, Unità, Corriere della Sera, Internazionale.

I comportamenti del Presidente del Consiglio degradano la reputazione dell’Italia, umiliano le donne, calpestano i valori cristiani.

In questo frangente ogni singolo/a cittadino/a italiano è obbligato a testimoniare i propri principi e valori per contrastare questa immorale decadenza. {{Alcune giornaliste si sono espresse individualmente. E’ arrivato il momento di fare un salto di qualità.}}
Come donne, collettivamente intese, dobbiamo interrogarci pubblicamente, ma soprattutto fare.

Il sistema berlusconiano, tra le altre forme di corruttela propone {{l’uso del corpo femminile, inteso come strumento di accesso al lavoro senza meriti e senza fatica e come scorciatoia per il successo.}} Non è da escludere, e ciò è grave, che il comportamento di un uomo che riveste un’alta carica pubblica possa essere preso a modello culturale dalle persone meno avvertite.

{{Quale immagine di donna viene offerta alle giovani generazioni?}} La liberazione della donna dal giogo del potere patriarcale, per la quale intere generazioni di donne si sono battute, era questa disinvolta vendita della propria immagine e quando non basta del corpo? Violata l’adolescenza con il consenso complice delle madri?

A tutto ciò si aggiunge la questione più grave: {{il pagamento dell’immagine e delle prestazioni del corpo della donna}} avviene non con i beni personali del Presidente del Consiglio, ma con la cessione di beni pubblici, come una licenza, una candidatura e forse un Ministero.

Vi chiediamo, {{a partire dall’appello alle dimissioni di Berlusconi della Libera Università delle donne di Milano}}, di programmare una serie di iniziative, locali e nazionali, pubbliche e visibili che squarcino la censura mediatica ed aprano gli occhi a tutti gli italiani e tutte le italiane. Soprattutto che facciano emergere i veri valori perseguiti in tanti anni dalle Donne.

{Isabella Temperelli, Enza Talciani (Roma)}

Roma, 7 luglio 2009