L’informazione – forse la riflessione – su quanto noi cittadini/e (quanti/e?) abbiamo sofferto in questi giorni è stata schematica. La Camera dei Deputati ha subito uno stupro: se per il legislatore non è più la penetrazione a definire lo stupro, la violenza agita sul “corpo dello Stato” in una delle due Camere va interpretata correttamente secondo la metafora dello stupro. Quanto alle offese a tutte le donne (evidentemente coinvolte nell’insulto alle rappresentanti elette) sono cosa diversa, appunto chiamata stalking, reato ai sensi della legge Carfagna, ed è aggravante dell’altra violenza.
Preoccupa che non sia apparso chiaro che la dialettica parlamentare non ha nulla a che vedere con la violenza delle relazioni di lavoro (tutti i luoghi di lavoro, soprattutto quelli istituzionali) che si vorrebbero vedere improntate (sarà mica femminismo? sarà mica educazione borghese?) a partire dal rispetto fra i generi.
Più in generale: non dimentichiamo che pochi anni fa l’incompatibilità destra/sinistra, fascismo/comunismo vide Almirante rendere onore alla salma di Berlinguer.
Non fatemi pensare che qualcuno senza nemmeno un’ideologia ha superato il vecchio Movimento Sociale. E fatemi sperare che davvero dopo la tragedia fascista sta passando l’ultima farsa.