Alicja Tysiac è una giovane donna polacca, madre di due figli, a cui lo Stato ha rifiutato l’aborto terapeutico malgrado il suo grave handicap della vista. Come conseguenza di questa gravidanza non desiderata Alicjia è diventata quasi cieca. Dopo una lunga battaglia legale, la Corte europea per i diritti umani (CEDU) ha condannato la Polonia per non aver rispettato le leggi – molto restrittive – che regolano l’aborto in questo paese. Da quando la Corte ha pubblicato il suo verdetto Alicjia è diventata l’oggetto di una terribile campagna di diffamazione.

Dai pulpiti e nei media cattolici Alicja viene chiamata una “potenziale assassina di bambini” che ha perseguito il suo paese perché le aveva impedito di ammazzare il suo bambino. Foto sue e dei suoi figli con nome e cognome sono state pubblicate nel settimane diocesano che ha aperto la campagna d’odio nei suoi confronti. Lei e la Corte europea sono state paragonate ai criminali nazi, ecc…
_ In passato le posizioni esacerbate dei fondamentalisti cattolici polacchi contro il sistema giudiziario che non pronunciava le sentenze da loro auspicate hanno avuto conseguenze letali.

A questo punto Alicja ha fatto causa all’editore di {Gosc Niedzielny}, il settimanale di cui sopra, e al suo proprietario, l’arcidiocesi della Silesia, e ha vinto.
_ Il 23 settembre scorso la Corte ha condannato il settimanale alla pubblicazione delle sue scuse formali a Alicjia Tysiac e al pagamento di Euro 10.000 di compensazione. Ma i vescovi hanno deciso di andare in appello.

Il processo d’appello, fissato per il 19 febbraio p.v., si baserà su degli errori formali. Un’analisi degli argomenti dei vescovi fatta dagli avvocati di Alicja svelano la seguente strategia dicendo che:

– la sentenza della Corte di giustizia europea (CEDU) non è rilevante per la giurisprudenza polacca perché non è stata pubblicata in polacco (la CEDU pubblica solo in francese e in inglese)
– La libertà di espressione permette di commentare le sentenze della CEDU.
– Il Concordato, essendo un trattato di carattere internazionale (tra Stato e Vaticano) ha la preminenza sul verdetto di un tribunale locale e l’articolo 20 di questo concordato sarebbe stato violato.
– La giovane giudice del tribunale locale ha mal interpretato il verdetto della CEDU, e viene in ogni modo qualificata come totalmente incompetente
– La sentenza della Corte locale non ha tenuto conto dell’opinione pubblica polacca che condanna Alicja e il verdetto della CEDU.
– Le istituzioni UE non hanno competenze rispetto alle Chiese poiché la relazione con esse dipende dagli Stati nazionali (principio di sussidiarietà).

Gli argomenti principali degli avvocati di Alicja sono:
– La Polonia ha firmato la Convenzione europea sui diritti umani ed è di conseguenza soggetta alla giurisdizione della CEDU
– E’ inaccettabile strumentalizzare la Shoah allo scopo di delegittimare l’aborto.
– E’ inaccettabile paragonare la CEDU con i criminali nazisti
– Un tribunale deve prendere le sue decisioni indipendentemente dall’opinione pubblica
– la libertà di espressione ha dei limiti, in particolare quando la parte attaccante è una potente istituzione e quella attaccata un debole individuo.

Questo caso è emblematico per la lotta contro il fondamentalismo religioso e per la separazione tra religione e politica. La vittoria di Alicja alla corte di prima istanza è stata molto importante. Per la prima volta la gerarchia polacca è stata condannata a porre le sue scuse ad una donna per non aver rispettato la sua decisione di abortire, in conformità con le leggi del suo paese.

Una vittoria di Alicja alla Corte d’appello di Katowice andrebbe ancora più in là. Sarebbe {{una vittoria per i diritti riproduttivi delle donne in Polonia e in Europa}} e inoltre una vittoria dello Stato laico sulla gerarchia cattolica polacca ultraconservatrice. Dimostrerebbe che la CEDU è guardiana dell’universalità dei diritti umani in Europa contro i privilegi di una istituzione confessionale potente.

Il supporto ricevuto da Alicja per il processo alla corte locale è stato molto utile. Ha dimostrato che la comunità internazionale stava osservando. In particolare ha pesato la lettera di supporto scritta dai cattolici europei progressisti che ha permesso ai media e all’opinione pubblica polacchi di apprendere che in altri paesi europei ci sono cattolici che sono in disaccordo con i vescovi sui diritti delle donne.

Chiediamo quindi a tutte le attiviste in difesa dei diritti delle donne, per i diritti riproduttivi, per la laicità dello Stato, in Europa, di {{mandare lettere di supporto}} (Amicus Curiae) alla Corte d’appello di Katowice per sostenere Alicja Tysiac contro i fondamentalisti cattolici in Polonia.

Le lettere vanno indirizzate a:

Sad Apelacyjny
_ AI.W.Korfantego 117/119
_ 40-156
_ Katowice
_ Poland

{{Una copia elettronica della vostra lettera}} va mandata {{entro il 10 febbraio}} a [Elfriede Hart->mailto:e.harth@yahoo.com], per essere inclusa nel dossier che verrà dato ai giornalisti alla conferenza stampa organizzata dal Comitato di sostegno il 19 febbraio pv.

{Immagine di Fernando Botero}