Washington – A dare man forte a Melania – che ha criticato il marito per le politiche migratorie che finiscono per separare i bambini dai genitori – è intervenuta anche la ex first lady Laura Bush che ha condannato quello che sta accadendo ai confini tra gli Usa e il Messico. In un commento pubblicato sul Washington Post, Laura Bush ha definito “crudele e immorale questa politica. Mi sta spezzando il cuore”. Nell’ultimo periodo ci sono circa 2 mila le famiglie che sono state separate a seguito del varo da parte dell’amministrazione Trump di una nuova politica che porta all’arresto di tutti i migranti che tentano di attraversare il confine tra Messico e Stati Uniti.
E’ stato il portavoce del dipartimento della Sicurezza Interna, Jonathan Hoffman, a dare i primi dati dell’applicazione di questa controversa politica: dal 19 aprile allo scorso 31 maggio sono stati 1995 i bambini separati da 1940 adulti con i quali avevano attraversato il confine. Dal momento che i loro genitori sono stati incriminati e quindi verranno processati, i minori sono stati sottratti e trasferiti in centri gestiti dai servizi sociali, senza nessuna chiara indicazione sulle procedure riguardo ad una loro riunificazione.

“Save the Children è molto preoccupata del trattamento e delle condizioni in cui si trovano I bambini e le bambine del Messico e dei Paesi del Centro America che sono stat* presi in custodia dal Governo americano dopo aver attraversato il confine tra il Messico e gli Stati Uniti”, ha dichiarato Carolyn Miles, Presidente e Direttore Generale di Save the Children Stati Uniti commentando il susseguirsi di notizie relative ai bambini separati dalle loro famiglie al confine tra Messico e Stati Uniti.

“Separare inutilmente un bambino o una bambina dalla sua famiglia è inumano, traumatico e, senza mezzi termini, inaccettabile. Un atto così crudele come la separazione può infatti causare gravissime conseguenze sociali ed emotive ai e alle bambine e ai loro familiari, con il rischio di comprometterne anche gli anni a venire. La nostra esperienza in tutto il mondo ci dice che un bambino o una bambina posto in strutture pubbliche lontano dalla propria famiglia è particolarmente vulnerabile ad abusi a livello emotivo, fisico e psicologico che possono comportare problemi nello sviluppo, ferite interiori e traumi.

Gli Stati Uniti hanno sempre rappresentato un faro di speranza, accogliendo in 250 anni persone da tutto il mondo. Il nostro Paese deve rimanere un porto sicuro per i bambini e per le loro famiglie.  Abbiamo l’obbligo morale di proteggere l’unita delle famiglie. Abbiamo l’obbligo legale di garantire che i bambini e le bambine siano protetti e che i loro diritti vengano rispettati. Chiediamo al Governo degli Stati Uniti di fare ogni sforzo per evitare la separazione o limitarne il più possibile la durata. La separazione forzata pregiudica l’infanzia”, ha proseguito Miles.

Da quasi 100 anni, i diritti di tutti i bambini e le bambine rappresentano il fulcro della nostra missione. Per questo, Save the Children e Save the Children Action Network sostengono fortemente il progetto di legge della senatrice Dianne Feinstein – il Keep Families Together Act – che eviterebbe l’inutile separazione dei bambini dai loro genitori. Questo disegno di legge, inoltre, prevede la formazione del personale in materia di traumi infantili e sviluppo dell’infanzia, fondamentale per garantire a questi minori le cure di cui hanno bisogno, specialmente se si trovano in una situazione di sofferenza e pericolo.

L’Organizzazione chiede pertanto ai membri del Congresso di sostenere l’inclusione del Keep Families Together Act nelle leggi specifiche su questo tema che saranno votate alla Camera o al Senato. Nelle ultime 72 ore, i nostri sostenitori e i nostri partner hanno inviato più di 38.250 messaggi al Congresso, sottolineando la ferma e condivisa convinzione che le famiglie devono rimanere unite.

“Abbiamo ascoltato i pianti dei bambini e delle bambine al confine e ora tutti noi dobbiamo far sentire la nostra voce per proteggerli dalla situazione impensabile che stanno affrontando. Da parte nostra, continueremo a monitorare da vicino la situazione e a difendere i diritti di tutti i bambini e le bambine più vulnerabili del mondo”, ha concluso Carolyn Miles.