Alla Casa Internazionale delle Donne, a Roma, dopo una affollatissima assemblea tenuta alla mattina con Emma Bonino, lo scorso 19 marzo nel pomeriggio il giardino e la sala Simonetta Tosi si sono di nuovo riempite per il premio Borsa di Studio Ilda Bartoloni. Numerosissima la presenza di giornaliste, molte le colleghe di Ilda. Non poche le ragazze e i ragazzi che nella loro vita stanno studiando e lavorando nella speranza di intraprendere questo mestiere che, se fatto con coscienza, oggi non è tra i più facili.

Tra loro anche {{Ernesto Pagano}} che, con il servizio{ {{ Che il velo sia da sposa}} }, ha vinto.
_ C’era anche {{Rebecca Borraccini}} che ha presentato un{{ lavoro su la RU486}} arrivando terza nel giudizio della giuria.

Per prima ha preso la parola Ines Valanzuolo (Gabriella Nisticò non c’era perché malata) che ha spiegato i motivi che hanno portato Archivia a farsi carico di organizzare questa Borsa di Studio rivolta a chi frequenta le scuole di giornalismo.
_ Ha spiegato inoltre le ragioni che hanno fatto vincere Ernesto Pagano.

Una iniziativa non solo pensata per ricordare Ilda Bartoloni, ma anche per {{sollecitare una maggior attenzione a linguaggio e tematiche di genere del tutto sottovalutate}} come sottolinea anche chi frequenta queste scuole.

La parola poi è passata a {{Giorgio Guidi}}, il marito di Ilda, che ha ringraziato Archivia, il Paese delle donne e la Regione Lazio nella persona di Luigi Nieri per la riuscita di questo evento al quale verrà data continuità anche nei prossimi anni.

Per permettere a {{Bianca Berlinguer}} di tornare al Tg3 prima della 19 si è subito dato il via alla tavola rotonda coordinata da Marcella Sansoni.
_ La discussione ha coinvolto {{ Lucia Visca, Roberto Natale, Isabella Mezza, Carla Baroncelli, Lorella Reale, Marina Pivetta}} e il vincitore{{ Ernesto Pagano}}, oltre a chi dal pubblico ha voluto prendere la parola.

Le colleghe di Ilda Bartoloni che hanno lavorato nella redazione di {{ {Punto Donna} }} , hanno voluto ricordare le sue qualità professionali che sapevano potenziare anche quelle di chi era con lei.

Non sono mancati {{interventi sull’uso sessista della lingua}} e sulla necessità che il mondo del giornalismo faccia su questo problema maggior attenzione. Perché una lingua che non tenga conto dei generi ha come conseguenza quella di nascondere la soggettività e il protagonismo delle donne.

Non sono mancate alcune{{ sottolineature sull’accesso alla professione}} e su come le Scuole di giornalismo per via anche dei loro alti costi pongono degli sbarramenti di censo poco democratici.

Si è parlato anche della {{opacità dei percorsi di carriera}}. Argomenti non sottovalutati dalla Federazione Nazionale della Stampa che li ha inseriti – come ha sottolineato Natale – nella propria scaletta di lavoro.

Si è detto poi come {{un giornale possa dare conto della realtà politica di un Paese partendo anche dal racconto della vita delle persone}} perché chi vuol fare del buon giornalismo come ricordano le pagine del libro di{{ Baroncelli}} {{ {Per amore di cronaca – i miei 20 anni al Tg2} }} deve essere capace di trasmettere la realtà nella sua verità e questo lo si può fare solo“prendendosi cura” dei o delle protagoniste del fatto sul quale si puntano i riflettori.

Insomma bisogna rispettare le persone che si incrociano per portare a termine un servizio, non usarle come strumenti del proprio lavoro, non sono computer, macchine fotografiche, o da ripresa, sono donne, sono uomini con i loro nomi, la loro storia, la loro vita. In poche parole si sono affrontati, partendo da esempi concreti e dalle singole esperienze, tutti quei temi sull’etica e sulle pratiche della professione giornalistica.

Dopo il dibattito si sono visionati i lavori dei/delle partecipanti alla Borsa: il regolamento richiedeva delle aperture di telegiornale cosa che però nessun servizio ha garantito al meglio.
_ La proiezione dei pezzi ha permesso a chi aveva partecipato all’iniziativa di valutare quanto deciso dalla giuria espresso nelle motivazioni stilate per ciascun lavoro.
_ Parlando durante il buffet, si è scoperto che molte persone presenti hanno giudicato queste motivazioni, troppo severe. Se il buffet è stato molto apprezzato non pochi sono stati i complimenti rivolti ad Archivia nominando esplicitamente Mila Corvino, Gabriella Nisticò e Giovanna Olivieri che hanno organizzato l’evento.