Ancora una volta la procura di Catania attacca il lavoro delle organizzazioni umanitarie con il pretesto del traffico di esseri umani, ma la magistratura (e i governi della UE) dovrebbe sapere fin troppo bene che il traffico nasce quando c’è repressione. Curiosamente, si invoca ipocritamente quest’argomento per legalizzare le droghe o la prostituzione, ma nessuno se lo ricorda mai quando si tratta dell’attività più naturale del mondo: spostarsi quando la vita nel proprio paese di origine diventa impossibile.

Da anni ormai abbiamo sotto gli occhi quel che interessa davvero alla “Fortezza Europa”: impedire l’entrata dei migranti, in un’escalation continua di inumanità e di violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani più elementari. Abbiamo visto sottoscrivere accordi con paesi noti per la loro mancanza di rispetto dei diritti umani, come la Turchia e la Libia, al preciso scopo di tenere lontani migranti e rifugiati. Abbiamo visto il governo italiano mandare una missione militare in Niger per questo stesso motivo. Oggi non sarebbe più di “ buon gusto “ costruire lager in qualche paese dell’Europa occidentale, ma è quello che si chiede di fare ad alcuni paesi, pagandoli perché facciano il lavoro sporco, e si chiudono gli occhi quando se ne costruiscono in Ungheria, o quando volontari neofascisti armati fino ai denti pattugliano le frontiere dei paesi balcanici per dare la caccia ai rifugiati e a chi cerca di aiutarli. Oppure si lasciano morire i rifugiati siriani di freddo e di stenti alle porte dell’Europa, o si abbandonano a s stessi i rifugiati della “giungla” di Calais, probabilmente sperando che le intemperie ne tolgano un po’ di mezzo. Anche  “ lasciar morire” è genocidio,  ed è quello che la UE sta facendo.

In questa violazione sistematica delle leggi e dei principi più elementari di umanità, chi fa scandalo e finisce indagato e processato è chi aiuta i migranti a sopravvivere o a ricongiungersi ai loro familiari: tre volontari indagati a Ventimiglia per aver dato da mangiare a migranti, le ONG che soccorrono i disperati in mare indagate per presunti legami con i trafficanti (a tuttoggi non provati), una guida alpina francese indagata per aver soccorso una donna nigeriana incinta di otto mesi a 1900 metri d’altezza in mezzo alla neve…….

In questo caso si accusa la ONG Proactiva Open Arms di non aver riconsegnato i migranti alle autorità libiche, dato che l’accordo firmato con la UE la renderebbe automaticamente un paese sicuro, nonostante le notizie che continuano ad arrivare di detenzione dei migranti in condizioni inumane e addirittura di traffico di schiavi. Proactiva Open Arms ha fatto quello che doveva fare: cercare una destinazione sicura per le persone che aveva salvato.

 

Noi di WILPF ITALIA assistiamo con preoccupazione alla crescente ondata di criminalizzazione di chi salva vite umane e di razzismo istituzionalizzato e chiediamo che sia posto fine al sequestro della nave di Proactiva Open Arms e le sia permesso di riprendere la sua attività a beneficio di chi cerca una vita migliore in condizioni sempre più disperate.