Napoli. “Smarginatura” è il titolo di una mostra che, dal 23 aprile al 23 maggio, nella chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli, con eventi e installazioni a cura di un collettivo artistico costituitosi per l’occasione, ripercorre luoghi e suoni di Napoli attraverso la scrittura di Elena Ferrante. La mostra è nata da un’idea di Lia Polcari e Raffaele Lucariello, è a cura di Evaluna-Libreria delle donne Napoli in collaborazione con Legambiente Campania Onlus e Assessorato pari Opportunità Comune di Napoli.

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Una immagine della mostra (ph. PM)

Chiunque si sia appassionata/o, negli ultimi quattro anni, all’Amica Geniale, si sente attratta/o dal titolo della mostra, che rimanda alle magnifiche pagine in cui Elena Ferrante descrive il malessere di Lila, una delle due protagoniste della quadrilogia: quel sentirsi soffocare al dissolversi improvviso dei margini delle persone e delle cose, quel senso di repulsione che, grazie alla smarginatura, tronca la propria appartenenza al mondo.

Se la suggestione del titolo attira nella magnifica, restauranda, chiesa di Caponapoli – il luogo è chiamato così perché era/è il luogo più alto della città greco romana –, l’ingresso alla mostra ti immerge in un’altra suggestione: cominci a cercare le tracce dei libri della Ferrante e delle due protagoniste, che sono disseminate nello spazio espositivo. E’ una sorta di cosplay.

Cosplay – che viene dalla contrazione delle parole inglesi costum” (costume) e “play” (recitare, interpretare) – è quel fenomeno (di costume? di cultura, più esattamente) che porta i fan di un’opera letteraria o cinematografica a mascherarsi e ad interpretare, nella vita reale, il loro personaggio preferito. Tra le opere letterarie, è la saga tolkieniana de Il Signore degli Anelli che tradizionalmente ha ispirato questa modalità di partecipazione dei lettori alla vita dell’opera letteraria; nel cinema e nella televisione, i riferimenti sono Star Trek, Star Wars e, da ultimo, Harry Potter.

Spero che non suoni blasfemo accostare questi fenomeni ai libri di Elena Ferrante, e alle opere artistiche che essi ispirano. Anzi, penso proprio che sia la stessa autrice a giustificare questo uso dei suoi libri quando, ribadendo la propria scelta di restare anonima, dice che i libri, una volta scritti, diventano tutt’altra cosa dall’autore, e che devono vivere di vita propria. La quadrilogia trova fan non solo in Italia, ma anche in America, e in pubblici diversi, per età ed estrazione culturale, pubblici che non si curano troppo, questa è la mia opinione, della vera identità dell’autrice, quello che conta sono i libri, e i loro personaggi. Lila e Lenù, insomma, non sembrano finzioni letterarie, e il sentimento di chi legge è proprio quello di vederle entrare nella propria vita quotidiana, tanto che, quando ne escono, perché la saga è finita, il lettore prova dispiacere e contemporaneamente il desiderio di farle rivivere, ancora un po’, nella propria vita. Cosplay, appunto.

C’è anche un altro aspetto da notare, per cercare di capire il segreto di un successo così ampio e particolare: in un’epoca nella quale proprio i libri si sono “smarginati” al punto da coincidere con il display di un tablet o, quando sono di successo, con lo schermo televisivo o cinematografico, sono proprio i quattro libri materiali di Elena Ferrante ad aver ispirato la collettiva di queste artiste ed artisti napoletani. E non è un caso che la collettiva sia stata inaugurata proprio il 23 aprile, nella giornata mondiale del Libro.

Quando entri nella chiesa di Sant’Aniello, ti immagini di trovare pannelli e cavalletti, ed invece ti trovi in uno spazio luminoso, e semivuoto (la chiesa è stata riaperta grazie all’impegno dei volontari di Legambiente, e il suo restauro continua, contributi liberi permettendo..). Non individui subito le tracce che artiste e artisti (Marisa Albanese, Giulia Piscitelli, Carolina Ciuccio, Donatella Furino, Emma Campili, Renato Fiorito, Lorenzo Campese, Carmen Vicinanza, Simona Marino, Maria Flora Polcari, Lia Polcari, Rosi Polcari, Raffaele Lucariello) hanno disseminato nelle navate e sugli altari. Poi cominci un percorso, che è un percorso (spesso comune con altre visitatrici e visitatori) di riconoscimento dei personaggi, della lingua e delle storie dell’Amica Geniale. L’opera che vedi per prima è quella costituitta da due file di immagini fotografiche, che puoi leggere con un criterio cronologico (la storia dagli anni ’50 ad oggi) ma anche di senso: una fila è aperta da un personal computer IBM (Lila), l’altra reca immagini del percorso delle donne e della politica negli Anni Sessanta, Settanta e Ottanta (Lenù); ancora fotografie sull’altro lato della chiesa, sono fotografie in cui solo alcuni particolari, un castello, due bambine per mano, resistono alla smarginatura del “fuori fuoco”; poi Puzzle, l’opera che scompone e ricompone il percorso relazionale ed emotivo delle due amiche, dall’infanzia all’età adulta; Lila e Lenù si avvicinano e si allontanano e, quando si avvicinano, si intrecciano e si innestano l’una nell’altra, come rappresentato in rami legati tra loro da brevi stringhe di testo; poi le scarpe, e il matrimonio, nell’installazione, ai piedi di uno degli altari laterali, che mostra due paia di scarpe non ancora finite, e, in un’altra cappella, una gabbia di alluminio per uccelli con dentro una gabbia di alluminio per uccelli: non si può sfuggire a se stessi; su un leggìo, un diario intimo, scritto a più mani sulle pagine di un quaderno, di quelli con la copertina nera, dei tempi della scuola elementare di Lila e Lenù; e, in un pozzo (la chiesa ha dei sotterranei, in parte resi visibili da un pavimento trasparente), le bambole, quelle cadute nel sottoscala della palazzina del rione; il rione com’è oggi, non molto dissimile da quello di cinquanta anni fa, lo vedi in un video in bianco e nero che ripercorre i luoghi dell’infanzia delle protagoniste, con bambini di oggi che si affacciano, spaventati e incuriositi come allora Lila e Lenù, alla grata del buio sottoscala. Infine, un intervento sonoro che intreccia i suoni della città (le voci, il respiro del mare, il rumore della pioggia incessante…) alle voci infantili e sussurranti che leggono brani tratti da L’Amica Geniale.

Nel corso del mese, diversi eventi, con incontri letterari, danze e musica, continueranno ad arricchire questo spazio “nato da” e “dedicato a” l’amore per l’opera di Elena Ferrante. Per notizie, si può consultare la pagina Facebook della mostra: “Smarginatura – i luoghi e gli spazi dell’amica geniale”.