Sono una candidata della lista civica di donne “Altra Città” che si è costituita a Bologna, un modo per prendere in mano le nostre vite e assumere autonoma responsabilità di fronte ai problemi che oggi il governare anche solo localmente, rappresenta. La nostra candidata sindaca è Giuseppina Tedde, una vasta esperienza amministrativa, già assessora alle politiche scolastiche alla provincia di Bologna, uscita dal PRC dopo una lunga attività di partito.

E’ una {{lista laica e antifascista}}, per la {{pace e l’accoglienza}} di chi fugge da povertà, violenza e guerre, si pone e opererà contro ogni forma di maschilismo, razzismo e lesbo/trans/omofobia.
_ Si propone di governare senza privilegi per nessuno promuovendo e praticando la solidarietà, e di amministrare con saggezza e trasparenza il denaro della gente che vive in questa città.

Non ci siamo incontrate da poco e per caso, {{da anni conduciamo insieme lotte contro la violenza maschile sulle donne}} consapevoli della necessità di un cambio culturale profondo nella relazione fra i sessi, per la {{difesa dei consultori}} all’insegna dell’autodeterminazione femminile, perché restino luoghi pubblici che applicano la legge 194 senza stravolgimenti e senza ammiccamenti al movimento per la vita.

Insieme a tante altre donne abbiamo impedito in un comune che si chiama Zola Predosa l’entrata nel consultorio del SAV (movimento per la vita) con finanziamento pubblico, operazione portata avanti da un sindaco di sinistra. Abbiamo voluto in questo modo affermare il nostro “{{NO allo scambio politico sui corpi delle donne}}”.

Ci frequentiamo da molti anni e abbiamo sempre ragionato di governo della città, di bilancio di genere come ricerca delle ricadute anche sulle donne dell’uso del budget del comune per apporre i necessari correttivi, abbiamo ragionato di lavoro e di come la precarietà e la crisi ricadano in modo più forte sulle donne, ma di fronte alle elezioni abbiamo sentito una impellente necessità di prenderci le nostre responsabilità, rifiutandoci di farci scegliere dai maschi come accade nei partiti ma non solo.

Abbiamo deciso di non rimanere fuori dalla discussione su quello che sarà il futuro di questa città precipitata anch’essa in una crisi che ha cancellato il suo volto di accoglienza e ospitalità, di laboratorio progettuale anche di pace, nel corso di anni che hanno visto sempre meno forti i riferimenti alla laicità piegando la città a un disegno politico che non le appartiene.

{{Bologna è la città delle conquiste delle donne degli anni ’70}}, i nidi e i consultori distribuiti capillarmente sul territorio, l’applicazione della 194, una casa delle donne per non subire violenza che ha fatto scuola.

{{E’ la sede della biblioteca nazionale delle donne}} e di un importante centro di documentazione, dell’impegno per la pace e per i diritti umani coniugato alla promozione dei diritti delle donne nel mondo, ha visto e vede le donne proiettate nel luogo pubblico, sempre più capaci di gestire la propria libertà nell’ambito di un contributo al cambiamento culturale di questa città dove anche le istanze dei movimenti di lesbiche, trans e omosessuali sono state accolte per la prima volta trovando un luogo di espressione nel cuore della città.

{{E’ una città dove le donne hanno sempre dato un contributo alla vita politica}} portando nuove pratiche, temi nuovi, nuove impostazioni, nuove visioni ma non dimenticando mai la violenza contro le donne.

{{Ma nel tempo i diritti e i luoghi delle donne si sono ridotti sempre di più}} proprio mentre più forte è diventato il nostro impegno politico e la nostra capacità di guardare in modo globale ai cambiamenti che avvenivano nel luogo che abitiamo e nel mondo. Ma abbiamo una forte senso della memoria ed è per questo che ricordare un passato di conquiste ed essere consapevoli degli attacchi che da vari fronti ci arrivano diventa fondamentale.

Pensiamo che proprio a partire da questo possiamo proporci di governare avendo chiaro che {{la crisi politica ed economica di questo paese non colpisce solo le donne ma tutte e tutti}} ,si assottigliano le libertà, vedi testamento biologico ma anche la famigerata legge 40, si sostituisce il lavoro precario al lavoro stabile, con servizi sempre più cari e lontani dal soddisfarci, con uno sguardo strabico alla salute e al benessere della gente sempre più tartassata dalla burocrazia e dai costi di tutto.

E’ a partire da tutto questo e dal fatto che ognuna di noi personalmente svolge ogni giorno la “lotta del vivere” che ci fa ben consapevoli delle necessità di tutte e tutti, ci rendiamo però conto che abbiamo bisogno della partecipazione e del contributo di varie soggettività e di tuttie/e*coloro che lo vorranno.

{{Siamo consapevoli che il governare non è che un corno del problema}} ma abbiamo deciso di fare di questa nostra partecipazione alla campagna elettorale anche una possibilità di portare alla luce delle questioni di fondo, di mettere qualche granellino nell’ingranaggio del “votiamo perché non vinca la destra,” un problema è ad esempio che a parte la nostra lista per il resto ci sono {{sei candidati a sindaco maschi}}, mentre da poco è stata fatta la raccolta di firme per il 50 e50 che rischia di tradursi in questo modo in {{liste in cui le donne ci sono ma servono solo a far eleggere candidati sindaco e capolista uomini}}, in tempi di crisi non ci si può sottrarre al partecipare alla gara delle idee e delle soluzioni, chiunque ha qualcosa da dire deve farlo e noi abbiamo tanto da dire e speriamo di essere messe in condizione anche di fare.

Si obietta sulla {{opportunità in questo momento di presentare la lista, una ulteriore frammentazione}} e per questo la risposta che vale è quello che ho già scritto nel capoverso precedente, {{si obietta anche da parte di autorevoli donne femministe che potrebbe essere un autogol}} ma se “partecipiamo per vincere” , e questo è il primo dato di fatto, altrettanto chiaramente vogliamo dire che {{se non dovessimo “vincere” continueremo a porre le questioni che sono nel nostro programma}} e speriamo che ci saranno maggiori occasioni e strumenti per farlo di quanto possiamo constatare nella situazione di oggi, con un’amministrazione di “sinistra” che dopo aver promesso ascolto e partecipazione ha invece praticato il decisionismo e l’autoreferenzialità.