La seconda fase della crisi cominciata negli Stati Uniti nel 2007 costerà alle donne più di quanto sia costata la prima, da cui sono uscite tutto sommato meno malconce degli uomini. Tutto è relativo naturalmente. Le donne sono entrate nella crisi comunque ancora in una situazione di svantaggio. E se sono state licenziate in un numero minore, è solo perché la crisi è stata utilizzata per precarizzare ulteriormente il lavoro. La crisi dei debiti pubblici investe ora settori in cui le donne sono impiegate in più larga misura e {{le colpisce due volte}}, come lavoratrici e come utenti di servizi.

Questa convinzione ha indotto una ventina di donne, alcune delle quali con incarichi di responsabilità in sindacati conflittuali (Fiom e Usb) a formare la redazione del quarto dei “Quaderni Viola” {Sebben che siamo donne. Femminismo e lotta sindacale nella crisi}.

Il quaderno articola e sviluppa {{quattro discussioni: sulla crisi, su ideologia e realtà dell’occupazione femminile, sulla presenza femminista nei due sindacati, su una piattaforma possibile}}. Non una piattaforma per le donne – si precisa – ma per donne e uomini e che non ignori tuttavia la dimensione di genere.

Come sempre gli argomenti sono spiegati brevemente e articolati attraversi citazioni e recensioni, che rimandano a testi più ampi e complessi chi desideri approfondire.

Ciò che viene soprattutto sottolineato è la gravità della crisi e {{l’impossibilità di uscirne senza cambiamenti radicali}}. Si ricordano iniziative diverse e importanti contro il debito, come per esempio {{in Francia}} il {Manifeste des économistes atterrés } (costernati, prostrati, sconvolti), firmato da 400 docenti e studiosi di economia. O la formazione {{in Grecia}} di un’ampia rete, {Donne contro il debito} e le misure di austerità. Si fa notare inoltre la contraddizione tra l’ideologia pseudo-paritaria della Commissione europea e quella pseudo-differenzialista del governo italiano in documenti come il programma di azioni Sacconi-Carfagna. Si spiega poi come l’una e l’altra siano complementari e conducano alle stesse conseguenze pratiche.

Il terzo capitolo sul {{rapporto tra femminismo e sindacato}} informa sulle sue potenzialità e sui suoi limiti soprattutto in Italia, ma con accenni alla Francia e alla Svizzera, dove in 14 giugno 2011 ha avuto luogo lo sciopero nazionale generale delle donne.

Per quel che riguarda l’ultima parte ({{Suggerimenti per l’elaborazione di una piattaforma comune}}), vale la pena di segnalare due articoli su salario sociale e reddito di esistenza. La redazione si pronuncia a favore del primo, purché sia concepito come un salario incondizionato nelle forme in cui è esistito nelle realtà europee più avanzate, prima che i diritti del lavoro venissero smantellati.

Anche questo numero è diffuso attraverso una rete di punti vendita presenti in numerose città. A Roma si può trovare presso la libreria Alegre Circonvallazione Casilina 74. Per le altre città scrivere a {lidiamaria.cirillo@fastwebnet.it }

{Immagine: Grecia, manifestazione di donne } da internazionale.it