Ciao Rossana, abbiamo condiviso negli anni’ 70 un progetto, un pezzo di vita importanti e anche dopo. Con Il Manifesto, il Pdup. Per me eri una donna forte, tosta, spigolosa, sembravi inavvicinabile. Dura ma di una tenerezza palpabile. Ricordo le discussioni in quei lunghi pavimenti della redazione de Il Manifesto. Occhi profondi i tuoi dentro cui leggere tutte le contraddizioni della vita, della storia, della politica. Hai molto criticato il femminismo, molte sue visioni, ma hai anche detto che ” la contraddizione di genere ha attraversato la storia, prima di quella di classe”. Sei stata e resti con noi condividendo le battaglie delle donne, degli sfruttati, dei più deboli, schiacciati da una società patriarcale e capitalista, da una ingiustizia senza fine, sempre con una mente curiosa e critica. L’idea comunista non è sbagliata come hai detto, ma se si trasforma in dittatura o in potere di pochi su molti non è  la tua/nostra visione. Hai attraversato quasi un secolo credendo in una possibile rivoluzione, ma sapendo che l’utopia doveva diventare presente. Non se ne va una ragazza del secolo scorso, ma una donna che ha creduto fino alla fine in una storia collettiva in cui continuiamo in molte, molti a stare e una donna  che  ha saputo anche sempre mettersi in discussione, tra ragioni e sentimenti. Hai difeso dentro uno scrigno il tuo grande amore per il tuo compagno. Hai avuto una lunga vita, con dolori e gioie, amore, passione, dubbi, sconforto,  che hai vissuto con forza e fragilità ma con una coscienza personale e politica indistruttibile. Hai scritto e agito la nostra storia.  È un giorno molto triste .