Alcuni piccoli fatti – diciamo da cronaca quotidiana? – a cavallo e dopo la vicenda elettorale richiamano la mia attenzione e mi dicono in modo immediato che qualcosa è cambiata in questa città, e non solo.

{{I fatto}}: 13 aprile, primo giorno di votazioni, sezione elettorale n.2197 (zona Piazza Mazzini, vicina alla direzione Rai tanto per capire). Entro e subito noto che i tavoli dove sono gli elenchi di donne ed uomini aventi diritti al voto sono contraddistinti da due cartelli con scritto a pennarello ” {{femminucce}}” e “{{maschietti}}”. A mezza bocca, faccio notare al giovane (quasi quarantenne?) presidente che potrei contestare questi cartelli perché spregiativi, soprattutto verso le donne. Risposta: “Ma in fondo siamo in una scuola!…Tanto per fare un po’ di allegria”. Non vado oltre per non turbare la situazione, ma già colloco il presidente in una certa area culturale. Unica consolazione: mi ha detto che in quella scuola media, dove io ho insegnato per 16 anni, lui ha studiato ma non è stato mio alunno. Torno a votare per il ballottaggio Alemanno/Rutelli con la curiosità di vedere se siamo ancora “femminucce” e “maschietti” invece di donne e uomini aventi diritto al voto. Ovviamente le scritte sono lì, trionfanti. Questa volta, prima voto e poi contesto in quelle scritte la mancanza di riconoscimento di dignità di un atto come quello della votazione. Per carità… “tanta gente che è venuta a votare ha detto che {{fanno tanta allegria}}” e poi loro “stanno in quella sezione dodici ore…pesanti..qualcosa deve pur rallegrarli”. Non ho più parole, salvo dire “è un segno dei tempi … sono vecchia e ancora associo dignità a forma delle azioni!”. Sono uscita con la consapevolezza che avrebbe vinto Alemanno.

{{II fatto}}: a un paio di giorni dall’elezione del nuovo sindaco di Roma, sul fronte del fabbricato ex-Gil (gioventù italiana del littorio), zona Foro Italico – Ponte Milvio, compare un grande striscione bianco con scritto a caratteri cubitali “{{Casa d’Italia – sezione Prati}}” e un altro analogo con indirizzo, in altra zona del quartiere Prati. Cosa vi dice o ricorda?

{{III fatto}} – da due giorni, in varie zone di Roma, è stato affisso in spazi in genere regolati da norme sull’affissione {{un orribile manifesto stile ventennio fascista}} nelle figure (un uomo, una donna con bambino in braccio), nei tratti, nei colori e nelle scritte (fotocopia ingrandita di un vecchio manifesto?). Sopra la parte figurativa: “PROTEGGETE LA VOSTRA PATRIA E LA VOSTRA FAMIGLIA dalla fame, dalla miseria, dalle epidemie”; sotto “E RIMARRETE VICINO ALLA VOSTRA FAMIGLIA”. Nessuna firma. Non si sa dunque chi l’ha affisso e se ha pagato per affiggerlo.

Non credo che i messaggi vadano tradotti!